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Contest - incontra il vero eroe

MelvitMelvit Post: 133 ✭✭✭
modificato febbraio 2014 in Eventi
[h=2]Contest - incontra il vero eroe[/h]
Abbiamo appena cominciato un nuovo contest!

Trovate tutte le informazioni a questo link: http://nw.it.perfectworld.eu/news/?p=18372

Questa volta vi chiediamo di condividere la biografia del vostro personaggio in un commento qui sotto. Il nostro team sceglierà e premierà le migliori tre.

Buona fortuna!



26/02/2014
Le persone vincitrici del contest, riceveranno il premio presumibilmente la settimana prossima. Premetto che non è stata una decisione semplice, ma alla fine sono stati decisi i seguenti vincitori:

1) kayshan89 post n° 16
2) kirya8 post n° 49
3) matthdnw post n° 7




Post edited by Melvit on
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Commenti

  • pivi934everpivi934ever Post: 1 Arc Utente
    modificato febbraio 2014
    Lucynda, un elfo del sole, venuta al mondo sotto la luna piena da un'elfa perseguitata durante la grande guerra scatenata da Valindra.
    Il padre, morto in battaglia, in alleanza con l'enclave del protettore, ha donato a Lucynda la calma interiore. Abilità che la aiuterà a crescere e a sconfiggere Valindra. Insieme a molti amici che incontrerà sul lungo cammino, crescerà attraverso i dungeon difficoltà ed eventi, piano piano si farà l'equipaggiamento sufficiente a sconfiggere Valindra e diventerà uno dei più forti e potenti incantatori di tutta neverwinter.
  • drinda91drinda91 Post: 4
    modificato febbraio 2014
    Anno 1190, l'Elfo Abirass è stato crudelmente ucciso.
    Solo il figlio potrà regolare i conti con il malvagio imperatore
    Ragadath..!!, il cui potere è immenso.
    Si vocifera che sia cosi' temuto che il suo nome è impronunciabile e l'unico suo punto debole sia
    trovare la fonte della vita eterna da cui prende il potere e distruggerla!.
    Il figlio di Abirass è già in cammino, ora che ha compiuto il suo 20 esimo compleanno
    e dopo un duro allenamento
    è pronto a combattere per la rivendicazione del povero padre.
    Si prospetterà un lungo viaggio, ci saranno molte difficoltà.
    Vincerà il bene.. o il male?
  • oneoftheheaponeoftheheap Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Morgan Fidlerson - Biografia

    Rampollo di una famiglia di antica tradizione militare, inizia la sua carriera nella milizia delle Daleland fin da giovannissimo, facendo subito mostra del suo innato talento nel combattimento, in particolar modo con le armi da mischia. Partecipa a molte battaglie per la difesa della sua patria, durante le quali ha l'occasione di dimostrare le sue doti di soldato e di condottiero, permettendogli una rapida scalata delle gerarchie militari, arrivando ben presto a ricoprire ruoli di comando.
    Successivamente all'annessione da parte di Sembia di alcune provincie delle Daleland, decide di lasciare la milizia per intraprendere la vita del soldato di ventura.
    Entra in contatto con un gruppo di mercenari in partenza per Neverwinter, con lo scopo di fornire supporto militare alla città, naturalmente dietro giusto compenso.
    Ma la nave su cui lui e gli altri componenti del gruppo si erano imbarcati naufraga, rimanendo di fatto l'unico superstite.
  • manunightmanunight Post: 221 ✭✭✭
    modificato febbraio 2014
    La storia del mio personaggio era nata per un'ambientazione Tolkieniana, successivamente l'ho riadattata al mondo di FR altrimenti non avrebbe avuto senso; ho mantenuto i nomi ma le vicende e le ambientazioni non hanno nulla a che vedere con la terra di Arda.





    Sono nato ad Evereska, una valle nascosta fra le montagne nel nord del continente ed ultimo regno elfico presente nelle terre di Faerûn, dall'unione di Elrond (Re della più antica casata degli Elfi Grigi) e Celebrían (Principessa degli Elfi dei Boschi), ho un fratello gemello Elladan e una sorella Arwen.

    Quando venni al mondo, mio padre, grazie alla sua straordinaria percezione e veggenza elfica, comprese che non ero un comune Elfo ma ero dotato di straordinarie abilità e destinato a grandi imprese, così decise di chiamarmi Elrohir ("elfo-cavaliere").

    I primi anni di vita furono sereni e passai gran parte del tempo tra le montagne e le foreste del nord a studiare e ad addestrarmi nell'arte del combattimento ed ebbi la possibilità di apprendere il meglio da tutte le razze, Elfi, Umani e tutti coloro che facevano visita all'Ultima Dimora Accogliente, dato che la maggior parte delle nazioni elfiche avevano deciso di ritirarsi nella patria di origine, ovvero Evermeet, considerando Faerûn ormai ostile con la graduale imposizione del dominio da parte degli umani.

    La nostra antica famiglia invece aveva deciso di restare, fare da interprete e pacificatore fra le varie razze del continente e aiutare i giusti nella lotta contro le forze del male.


    La mia vera storia, purtroppo, ebbe inizio durante quello che doveva essere un tranquillo viaggio verso Cormyr con mio fratello Elladan e mia madre Celebrían quando fummo assaliti dagli Orchi che rapirono mia madre e la portarono via verso gli accampamenti degli Orchi controllati dalla Necromante Valindra; io e mio fratello riuscimmo a liberarla prima che vi giungesse, tuttavia era stata ferita da una freccia avvelenata e ormai seviziata dagli orchi, mio padre la curò ma lei non volle più rimanere nel continente e decise di tornare in patria all'Isola degli Elfi, da quel momento gli orchi divennero il mio nemico principale e giurai che avrei passato l'intera esistenza a cacciare loro e le forze del male.

    Durante il salvataggio di mia madre rubai un antico libro da un forziere della carovana degli orchi che descriveva tutto ciò che c'era da sapere sui poteri di Valindra e su come distruggere lei e le sue creature sottoposte.

    Nelle notti successive feci degli incubi ricorrenti in cui mi appariva Valindra e con mio padre capimmo che voleva vendicarsi per il furto di quelle importanti informazioni e che la sua ira non si sarebbe placata finchè non mi avesse ucciso.

    Dopo qualche mese, per cercare di nascondermi dalla furia della Lich e i suoi scagnozzi, decisi d'accordo con la mia famiglia di inventarmi una nuova identità nascondendo le mie origini e il mio aspetto elfico, così da quel momento per tutti divenni un' umano originario di Cormyr e grazie ad un potente manufatto sottoforma di bracciale agli occhi degli altri il mio corpo appariva umano e non con caratteristiche tipicamente elfiche.

    Subito dopo decisi di partire per fare nuove esperienze, cercare avventure, cacciare le forze del male e soprattutto per proteggere me e la mia famiglia rimanendo in movimento aiutato anche dalla mia nuova identità.

    Uno dei primi posti in cui mi fermai per qualche tempo fu proprio Cormyr, dove entrai nell'esercito del Regno della Foresta, il celebre "Drago Viola", attratto dall'idea di combattere e difendere le frontiere e la città dai goblin e dagli orchi, miei principali nemici.

    Dopo un certo periodo ripresi i miei viaggi che continuano tuttora alla ricerca di avventure e sfide contro il male che infesta Toril.
    28/08/2014 - E' arrivato il momento di lasciare pure per me, poteva essere un gran progetto ma è stato sviluppato e sfruttato male... peccato. :)
  • aranel2000aranel2000 Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Alan Windwalker

    Nato e cresciuto nella Valle Grigia Alan ha sempre avvertito dentro di se un profondo legame con la natura. Quando i suoi genitori morirono fu allevato da un elfo dei boschi, vecchio amico del padre, che gli insegno i misteri della natura e dell'arco. Alan ha sempre avuto il desiderio di fare qualche cosa per il mondo, di proteggerlo, così appena raggiunse l'età adulta si arruolò tra i ranger della Valle Grigia, in modo da proteggere la sua casa. Un giorno sorprese un contadino cacciare un cervo nella riserva di un nobile, e fu costretto ad arrestarlo. Non sapeva che il poveretto non stava cacciando per ingordigia o per cattiveria, ma per sfamare i suoi figli che non mangiavano da giorni. Quando però Alan scoprì le vere intenzioni dell'uomo era ormai troppo tardi: Il nobile, proprietario della riserva, fece impiccare il contadino ed ordinò alle guardie di uccidere tutta la famiglia. Non potendo assistere ad un tale abominio Alan prese le difese dei bambini e li fece scappare prima che fosse troppo tardi, e di conseguenza dovette lasciare la Valle pure lui. Il giovane ranger capì così che al mondo non c'è solo i bianco e il nero e che la stessa giustizia può essere uno strumento utilizzato per scopi malvagi. Decise così di viaggiare per il mondo diventando un avventuriero per poter capire meglio la natura delle persone, e trovare un modo per combattere la malvagità. Dopo diverso vagabondare ha trovato la risposta che cercava: nonostante il mondo sia pieno di cattiveria, resiste ancora un barlume di bontà nel cuore delle persone, ed è giusto combattere per difenderlo.
  • matthdnwmatthdnw Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Kairon Blackinfe - Biografia

    Kairon Blackinfe nasce a Baldur's Gate da una famiglia medio borghese. La madre Beatrice di stirpe Tiefling e il padre Dago un Umano.
    All'età di 3 anni Kairon e la sua famiglia si trasferiscono a Neverwinter. Il padre Dago trova lavoro nell'esercito mentre Beatrice trova lavoro in una taverna. Ogni giorno dopo i compiti Kairon doveva portare il pasto al padre in caserma. Finchè un giorno per puro caso trovò l'armeria della caserma aperta, appena entrò vide un pugnale in acciaio molto bello. Lui lo prese con se e ogni giorno si allenava di nascosto con questo pugnale. A 18 anni Kairon entra nell'esercito e a 19 anni partecipa alla sua prima battaglia insieme al padre. Questa battaglia venne persa e molte persone morirono tra cui Dago. All'età di 21 anni prende il congedo e parte per trovare lavoro. Al ritorno un Drago comandato da Valindra attacca la nave di kairon...Per miracolo Kairon si salva e inizia la sua vita da avventuriero!
  • wladimyr94wladimyr94 Post: 2
    modificato febbraio 2014
    "Si narra che l'inquisitore Varis abbia incominciato il suo viaggio per vendetta, forse solo per qualche scommessa persa, però la verità era differente, molto più nobile.
    Fin da piccolo possedeva il dono della preveggenza; inizialmente le sue erano piccole visioni: litigi tra nobili, arrivi di bardi o vagabondi, avvolte anche furti.
    Una notte vide il volto di una strana creatura: era in un deserto di marmo rosso, il cielo turbinoso e violaceo illuminato da bizzarre luci color arancio, Varis stanco si appoggiò ad un albero, era secco e privo di fogliame, la corteccia di un colore bluastro.
    Una voce lo chiamò, in cima ad uno di quei rami morti vide una sagoma.
    Improvvisamente una saetta illuminò l' entità, era mostruosa, folto pelo dorato con sfumature color ruggine, denti cristallini, occhi vitrei e due lunghe ali fiammanti.
    La sua voce riecheggio con il tuono:<<GUARDAMI! e vedrai>>,
    Varis concentrò lo sguardo in quello della bestia, per un attimo si riflesse: poi vide dolore, tristezza ed agonia.
    <<Basta! grido Varis>>.
    Si risvegliò Turbato, lui sapeva che il mostro avrebbe causato sofferenze; Doveva fermarlo!
    Così iniziò un lungo viaggio, nulla lo avrebbe fermato o sviato dalla sua missione, chi lo ostacolava soffriva, chi lo odiava peggio.
    Tutti coloro che conobbero il suo nome ne provarono terrore: in nome di Corellite Varis sfaldo culti, uccise persone, distrusse interi villaggi non sempre colpevoli, <<Meglio starne alla larga>> dicevano i bardi:<<Lui sì che era una vera bestia>>."
  • quipo82quipo82 Post: 2 Arc Utente
    modificato febbraio 2014
    Balgur (il padre di Oskung) era nato nel clan dei protettori dell'occhio di Grummsh (Grummsh è la divinità degli orchi, della guerra e distruzione), una società (se così si può definire) basata sul modello spartano (guerrieri addestrati a combattere fin dalla tenera età di 5 anni, tutti quelli malformati o inadatti al combattimento venivano barbaramente uccisi) dove ogni giorno, gli stessi membri del clan combattevano tra loro per sopravvivere, le lotte erano continue e incessanti ma tutto questo forniva all'esercito orchesco l'elite dell'elite dei loro guerrieri, soprannominati i distruttori di mondi, il loro principale compito era difendere un antichissimo manufatto di origine sconosciuta chiamato "Occhio di Grummsh". Questo manufatto sembrava per l'appunto un grande occhio di circa 2 metri per 1 metro sospeso su una colonna alta 4 metri.
    Si diceva che quando il prescelto (non per forza un orco) lo avesse toccato e fosse stato sottoposto ad un rito magico speciale l’occhio avrebbe cambiato colore conferendogli poteri sovrannaturali: praticamente sarebbe stato un guerriero perfetto invincibile e avrebbe dominato il mondo.
    Baldur sopravvisse a stento fino alla maggiore età quando fu pronto per la unirsi ai ranghi dell’esercito, per essere un orco era fin troppo intelligente, le sue strategie in battaglia consentirono agli orchi di conquistare diverse terre ed espandere i domini, fu l'orco più giovane a raggiungere il grado di vice comandante del battaglione assalta e spacca un ristretto gruppo di guerrieri che avevano il compito di assaltare gli eserciti nemici e ucciderne il maggior numero possibile in fretta impedendogli così di organizzarsi, un solo orco di questo battaglione riusciva a tenere testa anche a dieci avversari contemporaneamente.
    Qualche anno dopo fu assegnato in maniera costante alla pattuglia dell'occhio dove i migliori orchi provenienti da tutte le tribù lo sorvegliavano nella speranza che uno di loro fosse il prescelto.
    Ci furono negli anni avvenire molti scontri per assicurarsi il controllo dell'occhio ma i possenti e agguerriti orchi li respinsero sempre, prima fu la volta degli umani poi i mezzelfi , a seguire drow, nani e tanti altri fino a quando gli orchi decisero di spostare il manufatto in una locazione segreta conosciuta solo dalle piu alte sfere dell'esercito tra cui Balgur che nel frattempo era diventato vice generale.
    Passiamo ora per un attimo ad Elena (madre di Oskung), figlia di contadini di Luskan di aveva vissuto sempre in povertà, una donna di rara bellezza, era dotata di una innata capacità magica tanto che fu notata dall'arcimago di coorte che la prese sotto la sua ala insegnandogli la magia.
    A Luskan gli incantesimi erano classificati più semplice (livello 1) al più potente e distruttivo (livello 10).
    Elena a soli 12 anni lanciava incantesimi di 8 livello come se fosse una passeggiata tanto che al raggiungimento della maggiore età e alla morte del suo maestro divenne arcimago di coorte e venne inviata a Neverwinter, (in questo periodo c'era una guerra tra Luskan e Neverwinter che durava di più di 15 anni e Luskan era ormai prossima a cadere anche se Neverwinter non riusciva a sferrare il colpo di grazia ma era solo questione di tempo) i due schieramenti ormai logori da una guerra così lunga perdevano terreno a vantaggio di tutte le altre razze tanto che gli stessi orchi di Balgur regolarmente saccheggiavano Neverwinter.
    Il Re di Luskan mandò Elena per concludere un accordo di pace e come prova dell'armistizio inviò viveri, medicinali e anche una discreta quantità d'oro, il percorso più breve era tutt'altro che semplice perchè passava proprio ai confini delle tribù orchesche che adoravano razziare i malcapitati che passavano da quelle parti.
    Intanto quel giorno Balgur si annoiava a morte era da diverso tempo che non combatteva, sempre a fare la guardia al manufatto (ormai gli altri regni pensavano fosse più una leggenda che realtà e quindi nessuno cercava più accaparrarselo), sfogava la sua rabbia repressa demolendo l'accampamento a colpi di spada quando gli si avvicino il generale Isur che gli disse: "Balgur smettila!!! e da ieri notte che distruggi l'accampamento !!! O la smetti o ti uccido con le mie mani!!!!" Balgur, senza dire una parola, si girò all'improvviso e con un movimento rapido e preciso fermò la lama della spada a mezzo centimetro dalla gola di Isur dicendogli: "Ti salvi solamente perchè sei il mio superiore altrimenti ti avrei mozzato la testa!!!" allora Isur consapevole che in uno scontro mortale uno contro uno contro Balgur avrebbe sicuramente perso gli disse: "Sei stanco di non fare nulla, ti stai annoiando? ho una missione speciale per te oggi una carovana partita da Luskan si sta dirigendo a Neverwinter, secondo le nostre spie trasporta cibo, oro e soprattutto ci sono molti soldati che puoi uccidere!!!", a Balgur si illuminarono gli occhi sentì nuovamente emozioni sopite da tempo, il brivido della battaglia, il fragore delle armi che si scontrano, il volto dei nemici sofferenti che cadono a terra morti e disse: "Vado con il battaglione assalta e spacca e ti porterò le teste dei nemici uccisi per dimostrarti chi è Balgur!!!" detto questo, felice per la battaglia imminente, partì verso Neverwinter.
    Balgur in preda a tutte queste emozioni ci mise poco tempo a raggiungere il ponte del drago addormentato punto perfetto per un imboscata, raccolse a sè i suoi 200 orchi e disse loro: "100 di noi aspettano qui, gli altri invece attraversate il ponte e aspettate il mio segnale, per la gloria Grummsh!!!".
    Intanto il drappello di soldati si dirigeva verso Neverwinter senza grossi impedimenti, poco dopo passarono senza problemi il confine orchesco ed arrivarono al ponte del drago addormentato il capitano controllò diverse volte il ponte ma il fitto bosco in prossimità dello stesso non permetteva di vedere nulla, penso che fosse il suo giorno fortunato e ordino ai soldati di seguirlo, Elena invece si fermò per allacciarsi le scarpe restando indietro.
    Appena si trovarono a metà ponte circa si senti un urlo spaventoso: "Caricaaaaa per Grummsh!!!" era Balgur eccitato per la battaglia, in un lampo era davanti ai soldati e iniziava a mietere vittime su vittime come fecero subito dopo i suoi commilitoni ma a questo punto Elena si alzò e pronunciò parole incomprensibili, un forte tornado si alzo dal nulla colpendo gli orchi che aveva di fronte a se scagliandoli tutti giù dal ponte.
    Tutti gli orchi rimasti si sentirono impotenti davanti ad Elena e colti dal panico fuggirono dietro a Balgur.
    Elena convinta di poter mettere fine a quella battaglia velocemente agitò le mani e lancio un orda d'urto che fece cadere altri orchi dal ponte.
    Ormai rimanevano pochi orchi (circa un ventina e tutti i soldati di Luskan morti) tremanti dietro a Balgur il quale infuriato per la morte dei suoi soldati inizia a correre verso Elena.
    Elena gli lancia contro una sfera infuocata ma rimase sbigottita nel vedere Balgur pararla con lo scudo, Balgur la raggiunse e gli diede un colpo in testa con l'elsa della spada con una tale violenza che Elena cadde a terra svenuta.
    Balgur tuonò: " Fermi ora non scappate la battaglia è vinta vi dovrei uccidere con le mie mani maledetti vigliacchi!!! il generale Isur verrà a conoscenza di questo e voi la pagherete!!! Ora in marcia verso l'accampamento e prendete l'oro.
    Balgur fin dall'eta di 5 anni aveva solo combattuto era un eccellente guerriero ma ed essendo piccolo per essere un orco non aveva mai avuto una donna, infatti tra gli orchi si sposavano solo quelli ritenuti migliori e cioè il più grossi e muscolosi, quando si avvicinò e vide Elena in viso fu assalito da emozioni fino a quel momento sconosciute tanto che con un insolita delicatezza la prese e la adagiò sulla sua spalla e attraverso il ponte, quando arrivò dall’altra parte vide che gli orchi lo guardavano stupefatti non era da lui comportarsi in quel modo e poi iniziarono a prenderlo in giro, Balgur che nell'altra mano aveva ancora lo scudo lo scagliò contro l'orco più vicino che finì a terra e tutti smisero di ridere e disse: "Questa donna è il mio bottino di guerra chi la tocca muore!" gli altri orchi indietreggiarono spaventati, Balgur non scherzava mai ed erano pochi di in grado di sconfiggerlo, subito dopo le tappò la bocca e gli lego mani e piedi cosi che Elena non potesse lanciare nessun incantesimo e con passo deciso si avviò con gli orchi verso l'accampamento.
    Gli orchi iniziarono a ridere a crepapelle fino a quando il secondo in comando Tugrum disse a Balgur: "Non e che per caso ti sei innamorato di questa donna umana sai cosa dicono le leggi?" (gli orchi sono una "società" anarchica ma hanno alcune leggi feree fin dall'alba dei tempi tra cui il divieto assoluto di sposarsi e procreare con razze diverse, certo potevano farlo ma venivano banditi a vita dal clan insieme a tutti i discendenti questo perchè loro credevano che unirsi ad altre razze li avrebbe indeboliti).
    Balgur disse: "Non sono innamorato di lei!!! la porto al campo per richiedere il riscatto, idioti!!!".
    Si fece notte e Balgur si ricordò che doveva portare le teste dei soldati a Isur ma si era dimenticato non faceva altro che pensare ad Elena quindi si congedò dai soldati spiegando la situazione e torno di corsa al ponte per recuperare le teste dei soldati di Luskan.
    Qualche ora dopo aver finito il macabro lavoro, prese le teste e si diresse sempre con Elena in braccio verso l'accampamento.
    Durante il viaggio quando erano quasi giunti a destinazione Elena rinvenne e vide che Balgur l'aveva immobilizzata, non poteva fare nulla per liberarsi, e così arrivarono in prossimità dell'accampamento, Balgur vide le fiamme e sentì i rumori tipici della battaglia che si stava svolgendo, senza pensarci due volte appoggiò delicatamente Elena e corse a spada tratta nell'accampamento, vide Valindra che massacrava gli orchi strillando: "Morite luride bestie voglio il manufatto!!! Io sono Valindra e grazie al manufatto dominerò il mondo!!!" Balgur caricò Valindra e assesto un fendente con tale potenza che Valindra gemette dal dolore si voltò e disse mentre lo colpi con un incantesimo di una potenza terrificante: "Allora forse sei tu l'eletto? nessuno prima d'ora era riuscito a farmi provare il dolore".
    Balgur cadde e ruzzolò per diversi metri colpi rocce e alberi ma si rialzo sotto lo sguardo attonito di Valindra che pensò: "Non è morto l'ho colpito con quasi tutta la mia forza non è possibile!!!", ma Balgur non era affatto indistruttibile non riusciva più a muoversi e la vista si annebbiava sapeva che la sua fine era vicina non sarebbe sopravvissuto ad un altro colpo di quella potenza, ma coraggioso e impavido come era raccolse le sue ultime forze e pensò: " Se devo morire ora e meglio che accada su un campo da battaglia quindi carico e colpisco con tutta la forza che mi rimane poi sarò ben felice di morire sotto lo sguardo di Grummsh" detto questo si preparò all'attacco.
    Elena che vedeva tutta la scena conosceva Valindra, il suo maestro gliene aveva parlato e sapeva quanto fosse pericolosa e potente, se Valindra voleva qualcosa era necessario impedirglielo per mantenere la pace nel mondo lancio un incantesimo mentale (senza gesti e senza parole) che la liberò dalle corde e poi lanciò il più potente incantesimo protettivo che conosceva su se stessa e si teletrasporto tra Balgur e Valindra.
    Valindra sorpresa dall'apparizione di Elena gli lancia contro un grande dardo elettrico, Elena lo respinge con il suo scudo magico e di risposta gli lancia un immenso pugnale di ghiaccio fantasma, Valindra lo dissolve con un semplice gesto della mano e in quel preciso istante Elena capi che non avrebbe potuto sconfiggerla: quello era l'incantesimo offensivo più potente che conosceva e Valindra lo aveva polverizzato con un incredibile facilità, a questo punto rallentò il tempo, convinta di non poterla sconfiggere ma almeno poteva mettersi in salvo!! proprio in quel preciso istante notò Balgur sofferente e provo pietà per il coraggioso orco che aveva attaccato Valindra e penso che forse se avessero unito le forze l'avrebbero uccisa liberando così il mondo da quella minaccia e gli disse: "Io voglio uccidere Valindra e troppo pericolosa e malvagia non merita di vivere!!!!"Balgur incredulo disse: " Anch’io la voglio uccidere ma sto per morire cosa vuoi che faccia, anzi se fossi in te scapperei!!", Elena allora consapevole di non conoscere magie curative e che l'incantesimo era prossimo alla fine apri un portale, lancio un altro incantesimo e si alzo una potente folata di vento che spinse Balgur nel portale, poi mentre stava per entrare l'incantesimo che rallentava il tempo finì e fu colpita da Valindra che gli scaglio contro un dardo elettrico, riuscì ad attraversare il portale ma cadde a terra quasi morta.
    Il portale li lasciò vicino al monte Icespire distante diversi chilometri da dove si trovavano, Balgur avendo visto il coraggio di Elena, la sua determinazione nonchè la sua potenza ed essendo un orco d'onore decise di aiutarla e salvarla, la trascinò per le gambe e trovò una grotta, entrò e la lasciò li deciso a trovare prima possibile delle erbe medicinali per curare Elena e poi avrebbe pensato alle sue ferite.
    Valindra intanto arrabbiata più che mai con una ferita vistosa dovuta al terribile colpo di Balgur riprese lo sterminio degli orchi fino a quando si trovo davanti l'ultimo il generale Isur che gli disse: " Sporco demone io sono Isur generale dell'esercito ti ucciderò qui e subito, muoriiii!!!!", Valindra si mise a ridere e gli rispose: "Tu allora sai dov'è l'occhio di Grummsh ora parlerai cane!!!", lanciò un incantesimo e lo immobilizzò poi immediatamente dopo un altro che lo costrinse a rivelagli la posizione dell'occhio, ora soddisfatta uccise senza pietà il povero Isur e si diresse verso il nascondiglio del manufatto.
    Nel frattempo Balgur trovo le erbe, salvò Elena, curo le sue ferite e decise di passare lì la notte era stremato e si addormentò abbracciando Elena come se volesse proteggerla.
    Valindra trovò il manufatto, dato che conosceva la leggenda, preparo il rito e osservò attentamente il manufatto, e vide che non cambiava colore, assalita da una furia omicida decise che se lei non poteva avere quel potere nessun altro lo avrebbe avuto si concentrò al massimo e lanciò l'incantesimo più potente che conosceva e lo fece a pezzi, voleva finire il lavoro e distruggere anche i frammenti che erano rimasti ma la ferita le faceva sempre più male e lasciò perdere invocò il drago Fulminorax che la riportò al suo castello.
    Balgur ed Elena alla fine sopravvissero si innamorarono e si sposarono, certo il carattere di Balgur e le sue maniere rozze non rendevano facile la vita ad Elena ma lei lo amava da impazzire e cercava di "civilizzarlo".
    Balgur sotto questo aspetto migliorò tanto che decise rinunciare a combattere e diventò un ottimo fabbro specializzato nella riparazione di armi magiche.
    Qualche anno dopo ebbero un figlio di nome Oskung e sia Balgur che Elena non potevano essere più felici.
    Quando Oskung iniziò in giovanissima età a dimostrare capacità in combattimento Balgur, felicissimo, iniziò ad addestrarlo, una volta durante l'addestramento finirono proprio nella grotta dove anni prima Valindra aveva distrutto il manufatto, Balgur trovò un pezzo e lo prese in mano, Oskung ancora bambino pensando che fosse un giocattolo lo strappò dalle mani del padre e quando Balgur vide che cambio colore per poco non svenne, Oskung se ne accorse e chiese al padre se si sentiva bene.
    Balgur fece finta di nulla e tolse il frammento dalle mani di Oskung voleva troppo bene al figlio e sapeva che era troppo giovane per sottoporsi al rito, se Valindra ne fosse venuta a conoscenza lo avrebbe ucciso davanti ai suoi occhi per fargliela pagare e togliere di mezzo una tale minaccia.
    Così gli anni dell'infanzia e adolescenza di Oskung passarono tra alti e bassi imparò il combattimento dal padre e qualche "trucchetto magico" dalla madre e per festeggiare la sua maggiore età decisero di andare nella grotta dove erano i pezzi del manufatto e sottoporlo al rito dicendogli la verità.
    Partirono giunse la notte e decisero di accamparsi.
    Oskung prese sonno quasi immediatamente mentre Elena e Balgur erano seduti vicino al fuoco ricordando il loro primo incontro con Valindra e la paura di non sopravvivere , poi pensarono ad Oskung felici di avere un figlio così.
    Un attimo dopo Elena scattò in piedi, conosceva bene quell'aura malvagia quella sensazione era Valindra che si aggirava in quella zona.
    Valindra quel giorno, infatti, aveva bisogno di riparare un pugnale magico e scoprì che uno dei fabbri più bravi che c'erano era proprio Balgur, che viveva in quel villaggio, non ci penso due volte e lanciò un incantesimo su tutto il villaggio per sapere dove si trovava, ottenuta l'informazione si diresse nel bosco distruggendo tutto ciò che trovava lungo il suo cammino.
    Così Elena e Balgur andarono nel bosco per affrontare il loro destino, un destino infame in quanto Elena era invecchiata perdendo gran parte del suo potere magico, Balgur non si era più allenato a tempo se non con Oskung ma non ci era mai andato giù troppo pesante era sempre suo figlio!
    Arrivarono nella radura e videro Valindra.
    Valindra essendo un lich non invecchiava anzi con il passare del tempo aveva affinato le sue tecniche diventando più potente.
    Elena si prepara per lanciare un incantesimo protettivo su se e Balgur ma Valindra la coglie di sorpresa e con un immensa e gigantesca onda d'urto la scaglia contro un albero croceficcendola.
    Balgur disperato per la morte della moglie, con le lacrime agli occhi carica Valindra sferrando un colpo micidiale ma Valindra resta impassibile, nello stesso istante Oskung si sveglia di soprassalto sentendo urla provenire dal bosco, impugna la sua fedele ascia bipenne e corre nella tenda di Elena e Balgur ma non trova nessuno, in preda alla disperazione corre nelle profondità del bosco e trova Elena morta crocefissa su un albero, in preda ad una furia omicida continua a correre cercando il padre e lo vede e grida: "Noooo padreeeee arrivo!!!" Oskung a questo punto senza pensarci due volte carica Valindra, manda a segno diversi colpi mentre Valindra ride beffandosi di lui e gli dice: "Tu saresti il figlio di Balgur, L’unico orco che riusci a ferirmi non sei degno di essere suo figlio!!", Oskung accecato dalla rabbia non prestò attenzione continuando ad attaccare e Valindra disse: "Vedo che ancora non hai capito chi hai di fronte insetto prendi questo!!!" con un rapido gesto della mano Valindra colpì Oskung che cadde a terra in apparenza senza vita, Valindra soddisfatta per la sua vendetta e ignorando che Oskung fosse l’eletto si ritirò nel suo castello.
    La mattina seguente Oskung si svegliò all'enclave del protettore circondato da guerrieri, ranger, maghi e altri personaggi che non conosceva (la gilda) che gli chiesero chi fosse e cosa faceva li. Oskung spiego tutto, loro gli dissero che avevano lo stesso obiettivo (uccidere Valindra) e gli chiesero se voleva unirsi a loro.
    Oskung dopo la bruciante sconfitta subita, la morte dei suoi genitori, il cuore pieno di rabbia per la sua impotenza, senza esitazione si uni a loro.
    La gilda era composta da eccellenti combattenti, i quali addestrarono Oskung tirando fuori il suo vero potenziale, lo equipaggiarono come si conviene a un guerriero di un certo livello e lo istruirono sulle tattiche basilari per il lavoro di squadra.
    Oskung negli anni successivi dimostrò diverse volte di essere un guerriero abile ma spesso la rabbia per la perdita dei suoi genitori prendeva il sopravvento e non eseguiva i compiti a lui assegnati, caricava nemici su nemici senza curarsi dei sui alleati il tutto solo per alleviare temporaneamente il suo dolore, era sempre triste, non poteva cancellare il ricordo della sua impotenza contro Valindra e la morte dei suoi genitori.
    Spesso la notte si svegliava gridando: "Maledetta Valindra ti uccido!!!", ancora oggi Oskung si allena per diventare sempre più forte per poter uccidere un giorno uccidere Valindra.
  • johnsnow79johnsnow79 Post: 7
    modificato febbraio 2014
    John Snow

    C'era una volta una bellissima elfa, figlia di Sylderyn il Valoroso e di Eledryel Occhi di Cielo. L'elfa era tanto bella e graziosa quanto selvaggia e abile con la spada. Quando Galtur Snow, guerriero di Rohan, passò dallo stagno, ferito e ansimante, fu l'ultima immagine che vide....
    ...e si ritrovò in un letto febbricitante, in una casa sconosciuta, con due occhi blu cielo che lo guardavano ansiosi. E si innamorò. E visse, perché l'elfa che lo aveva salvato stette vicino a lui per tre giorni e tre notti, in cui lui delirò e sognò.
    I due si innamorarono e andarono a vivere tra gli uomini di Rohan, e dalla loro unione nacquero Will e John. John aveva dei tratti elfici, ma la possanza e la forza dei Rohaniani, e sin da piccolo manifestò la curiosa capacità di passare inosservato e far perdere le proprie tracce quando voleva. Spesso mentre aiutava il nonno riusciva a sparire e ricomparire nel villaggio insieme agli amici, con cui vagabondava e giocava fino a tardi. Questo costò a John tante meritate punizioni per le marachelle, ma anche l'appellativo di "John il Silenzioso" o "John Ombra di Neve", il secondo anche per via del cognome Snow che significa, appunto, neve.
    Abile con i pugnali e le spade corte, appena raggiunta la maggiore età lascio casa per unirsi ad un gruppo di avventurieri e cercatori di tesori, la Compagnia del Lupo Bianco. Insieme ai suoi compagni viaggiò per tutte le terre conosciute, conobbe tante donne (...e spezzò tanti cuori) e accumulò enormi ricchezze, anche grazie alla sua capacità di scassinare i forzieri. Il ladro anziano della compagnia, Tanor Passo di Gatto, lo addestrò nelle arti furtive, facendone uno dei più richiesti ladri di tutta Rohan.
    Ma la sua voglia di avventura lo portò a desiderare il tesoro più ambito, uno Smeraldo di Drago...e sapendo che Castello Never era governato da un malvagio drago, decise che sarebbe andato là, dove tanti avventurieri sono periti, per recuperare il tesoro più favoloso mai esistito...
  • hanselgrezzelhanselgrezzel Post: 3
    modificato febbraio 2014
    Dimble dei Folkor

    Dimble, membro del Clan dei Folkor, figlio degli Halfling David Patrick Gumble Ghimble di Folkor e Ellyjobell Bleldel Gladiol Glendel dei Folkor.

    Il piccolo, in tutti i sensi, Halfling, amava girare per l'enorme bosco intorno al suo villaggio, nelle terre interne de La Costa della Spada, in cerca di tane di animali: volpi, tassi e addirittura quelle degli scoiattoli sugli alberi più alti. Ma gli animali che lui tanto amava, non ricambiavano questo suo amore; non lo capivano, lui cercava in tutti i modi di giocarci e di parlarci, ma con scarsissimi risultati. Finchè un giorno si imbattè in una creatura insolita con la testa infilata in una tana.

    Era un po cresciutello, non più un piccolo Halfling, quando vide quello che sarebbe diventato il suo "obiettivo" per la vita.

    Una Belva Distorcente!

    Simile ad felino, una pantera, ma con sei zampe e due muscolosi tentacoli che spuntano dalle spalle, occhi verdi lucenti e pelle liscia, quasi riflettente. Quando la Belva tirò fuori dalla tana la testa, teneva saldamente nelle sue fauci una volpe; volpe che cercava con tutte le sue forze di proteggere i suoi cuccioli. L'intrepido Halfling, dopo aver estratto la propria spada malconcia e lo scudo di legno grezzo, si gettò sulla Belva Distorcente nel tentativo di salvare la vita alla volpe. Lo scontro fu avvincente, i colpi della bestia si infrangevano sullo scudo della giovane e piccola creatura, finchè la Bestia, allo stremo delle forze, decise di allontanarsi portando via con se la volpe nelle sue fauci. Di li in poi, la vita dell'allegro e coraggioso Halfling cambiò. Capì che il suo scopo era quello di PROTEGGERE, DIFENDERE le creature più deboli, ponendo davanti a loro e davanti a se il proprio scudo. Lasciò il villaggio, vagando per molti anni nelle terre selvagge difendendo gli animali delle foreste e affinando la tecnica del combattere con lo scudo; tecnica che un giorno, l'audace Halfling, userà nuovamente contro quella belva che lasciò i poveri volpini senza una mamma.
  • kalistartekalistarte Post: 1 Arc Utente
    modificato febbraio 2014
    Dalmasca di Myth Drannor erede della Fiamma Divina
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    Dalmasca è sempre vissuta all'ombra del fratello Emeris, stimato dal padre e da tutta la famiglia. Non è facile essere la sorella di un erede della Fiamma Divina. Questa antica reliquia è custodita dai Chierici del tempio di Myth Drannor e viene affidata ai primogeniti in linea di successione. Ma il padre di Dalmasca, nonostante sia lei la primogenita anche se di poche ore rispetto al fratello Emeris, non vuole rispettare questa regola, preferendo il fratello a Dalmasca. Lei quindi è decisa a dimostrargli di essere in grado di proteggere e custodire l'antica reliquia anche se è un donna, così ha intrapreso il suo lungo viaggio alla ricerca delle conoscenze necessarie per essere una perfetta custode della Fiamma Divina.

    Ma lungo la strada, Dalmasca ha scoperto che alcuni maghi della Congrega Arcana di Luskan hanno capito quale sia il vero potere della Fiamma Divina e quindi sono decisi ad impossessarsene.
    Sta a lei ora fare in modo di sabotare tali piani e impedire che gli uomini assoldati dalla congrega scoprano l'ubicazione del Tempio della Fiamma.
    Dalmasca quindi decide che il modo migliore per impedire che si impossessino della reliquia è seminare una falsa pista e soprattutto raccogliere piu informazioni possibili, così pensa di andare dove le informazioni girano tra i sussurri e le ombre ma piu numerose che altrove, alla Maschera della Pietra Lunare.

    Li scopre alcuni dei piani degli uomini di Luskan che si dice siano a Neverwinter per raccogliere informazioni sull'ubicazione del tempio, e tutt'ora è impegnata a fare in modo che nessuno di loro scopra dove sia veramente.
    Dalmasca di Myth Drannor è una cortigiana ed è un erede della Fiamma Divina, e dall'alto delle isolette che ospitano la Maschera della Pietra Lunare veglia sull'enclave del protettore.



    Note d'autore: Tralasciando le vicende della Congrega Arcana dopo la campagna di NW2, ho cercato di mantere l'ambientazione coerente con il mondo di Neverwinter, spero vi piacca. ^^
  • joshualevorinjoshualevorin Post: 1
    modificato febbraio 2014
    joshua0016,nato e cresciuto nelle terre di fallrad, è sempre stato un abile spadaccino, fin da piccolo si è allenato nelle stalle di famiglia, guadagnando cosi abilita nell'arte della spada a due mani, figlio di un nobile della razza dei nani, esso conosce non solo la propria spada, ma anche le consuetudini di palazzo.
    Alla maggiore eta, joshua0016 non solo si arruolo come spadaccino presso l'esercito di fallrad, ma da subito mostro uno spiccato talento per le armi pesanti, acuumulando cosi oltre che a 16 onoreficenze, anche 16 vittorie inmportanti sul campo di battaglia.
    Una volta finita la guerra joshua0016 di cui il vero nome è Desmond Miller, intraprese un viaggio come guerriero congedandosi cosi dalla vita militare e diventando un viaggiatore, tutt'ora esso viaggia in cerca di ricchezze affrontando dungeon e aiutando i cittadini in difficolta.
  • spettro2spettro2 Post: 8
    modificato febbraio 2014
    ADE

    fu la notte del 6 dicembre che tutto ebbe inizio...in una notte tetra e piena di orrori..
    Valindra aveva appena varcato i confini e gli eroi di Neverwinter erano stati mandati all'anello del terrore per combattere la perfida strega..
    In quel momento una presenza si desto dagli inferi...
    In quel preciso momento Ade ..signore degli inferi..ritorno in vita...
    e fuoribondo per essere stato portato in superfice da valindra..gli dichiarò guerra..
    Ade comincio il suo viaggio nelle terre adiacenti a neverwinter..combattendo prima i nasher e poi gli orchi..
    poi si avventurò per tutta la costa della spada...uccidendo chiunque si ostacolasse tra lui e valindra..
    Uccise pirati..golem..troll e giganti...
    Arrivato a catle never..egli si addentro nei suoi meandri piu buoi..riuscendo alla fine a sconfiggere il possente drago..
    ma non era ancora finità..questa era solo una piccola vittoria..
    intraprese il viaggio nelle terre fatate di sharandar...e li diede un'altro duro colpo alla regina..
    uccidendo prima il re fomorian e poi il grado fulminorax....valindra scappò e si rifiuggio nella sua fortezza...
    Ma questo non basto a fermare Ade...
    Deciso più che mai ad avere la propria vendetta...attraverso tutto l'anello del terrore...entro nella fortezza fantasma..
    e andò a thay...la città di valindra...li dopo uno scontro epico..
    all'estremo delle forze...il potente Ade trovo la forza di un ultimo colpo...i nemici si avventavano sopra di lui oscurandogli la visuale...
    ma egli mirò in alto..sopra la testa di valindra...e lancio il suo pugnale di ghiaccio sopra essa...dandogli cosi il colpo di grazia...
    ma la malvagità pura non muore mai..e cosi lo spirito di valindra fini del suo filatterio...
    adesso...tutto tace..
    E Ade combatte nei domini di ogni giorno...ma aspetta con pazienza il ritorno della sua rivale...
  • fabreyusfabreyus Post: 2
    modificato febbraio 2014
    Fabreyus, elfo del sole, 30 anni, rimasto orfano dall'infanzia da semplici contadini, viene accudito dall'anziano saggio del suo popolo elfico il quale oltre a crescerlo e ad insegnarli a vivere gli fa scoprire ed imparare le arti antiche del controllo sulla folla nonchè l'utilizzo di poteri elementali come il ghiaccio e il fulmine.
    Al giorno d'oggi Fabreyus aiuta Neverwinter e il suo esercito a sconfiggere la malvagia lich Valindra e i suoi non morti per un futuro di serenità e pace tra la gente.
    Sempre disponibile, fiero di se e impavido non perde mai l'occasione di aiutare il prossimo, sotto un proficuo pagamento ovviamente.
    Riusciranno Fabreyus e i suoi compagni nelle loro intenzioni? Giudicate voi.
  • kayshan89kayshan89 Post: 20
    modificato febbraio 2014
    Non molto si sa di questa creatura dalla scura carnagiore e dalle orecchie appuntite, se non il suo nome: Kayshan Nelekael.

    Alcune voci che circolano sul suo conto dicono che decise di lasciare la città di Menzoberranzan (fondata nel -3917 DR) con il fratello TayRieL, alla ricerca di un oggetto misterioso da sempre bramato dalla sua Casata. Altre voci invece, dicono che i suoi occhi siano rossi come il sangue per via della cicatrice presente sul suo volto infertale da un potente drago.


    BIOGRAFIA
    Figlia di Quenthel Nelekael e Mizan Rilynt'tar, un'agilissima ladra ed un abile mago, decise di studiare e di dedicarsi alla conoscenza della magia grazie al talento naturale che dimostrò di avere fin da piccola ereditato dal padre.
    Fiera e testarda, ma allo stesso tempo manipolatrice ed astuta, convinse il fratello TayRieL (che contrariamente a lei decise di seguire la strada della furtività come la madre - che sia per ammirazione ed il fascino delle sue movenze, o semplice sottomissione verso la figura matriarcale, non si sa bene) a seguirla in superficie alla ricerca di nuove conoscenze, altre creature con cui confrontarsi ma soprattutto per trovare di un importante manufatto rubato secoli prima alla sua casata che avrebbe sicuramente donato ai Nelekael l'antico splendore di un tempo e non solo.
    Kayshan, seppur inizialmente riluttante all'idea di avere il fratello al suo fianco, riconobbe (soprattutto grazie alla madre ed alla sua grande persuasione) che in effetti il giovane aveva del talento che poteva tornarle utile: oltre ad essere scaltro, TayRieL dimostrò di riuscire a nascondersi agilmanente agli occhi altrui ed a muoversi con una velocità sorprendente, tanto da sembrare invisibile ad occhio nudo...dote che sicuramente poteva tornarle utile nel lungo viaggio da intraprendere.

    E' così che tutto ebbe inizio.

    E' così che decisero di lasciare la Città di Menzoberranzan, sempre protetti dalla loro Dea Lolth, per mostrarsi alla superficie e per intraprendere una nuova avventura: la loro avventura.



    Note aggiuntive: Il seguente BG è legato a quello di TayRieL Nelekael (che presto dovrebbe esser pubblicato nel seguente topic)
  • ninphe90ninphe90 Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Provengo da Myth Drannor , sono Seelya Vara Sky e fin da bambina ho avuto una predilezione per le arti magiche al contrario dei miei genitori : Alathieus Sky guerriero e Farael abile spadaccina. La mia storia inizia a Myth Drannor, durante l’invasione i miei erano al fronte per dare la possibilità alle famiglie di intraprendere il viaggio verso Evermeet; così come molti altri venni affidata a un vecchio saggio. Durante il viaggio, il saggio chierico, Thanthil il suo nome, tentava per quanto nelle sue conoscenze di ampliare le nostre, ma non poté fare molto quando proprio durante questo viaggio venimmo attaccati.
    Una serie di immagini mi si impressero negli occhi: Thanthil che si lancia verso i demoni, noi ragazzi che corriamo, i più piccoli che perivano come foglie al vento, Nikos che sparisce e me che lo cerco andando in contro ad un'orda di demoni ... decisione di una sciocca ragazza; fu così che guadagnai una cicatrice d’argento che mi porto rovinosamente alle spalle per la quale molti mi chiamarono da allora con il nome Silver Skyscare, si perché l’artiglio nero che me la provocò mi lasciò una scia di veleno argentato e non mi decapitò solo perché un ladro, che stava saccheggiando qua e là tra le rovine mi salvò la vita e mi portò sana e salva ad Evermeet.
    Del viaggio fino alla capitale ho dei ricordi frammentati,ricordo il terrore di quando mi svegliai diversi giorni dopo, e la foga con la quale ricercai la cicatrice, e quando la trovai mi ricordai la rabbia e la delusione, erano lì sotto la scapola destra, una piccola data dalla lama del uomo che mi aveva salvata e l’altra più lunga e profonda data del demone; non mi chiesi nemmeno dov’ero, ero viva. Scoprii solo alcuni giorni dopo che alcuni ragazzi erano sopravvissuti pochi e tutti salvati dal ladruncolo Morlagor (mano-svelta). Ma di Nikos nemmeno una traccia.
    Il ladro ci prese con se come se fossimo stati suoi figli, ci disse che anche lui aveva una figlia, ma che l’aveva persa di vista insieme alla madre durante l’assalto, ci disse anche che probabilmente era morta la bambina, era solo un’infante. Ci insegnò molte cose, ma soprattutto ci insegnò a fare sempre centro, in tutto.
    Là , qualche tempo dopo fecero ritorno anche i miei genitori che ricompensarono Morlagor,che affiancò poi spesso mio padre durante le ribellioni. Nel tempo mi dedicai molto all’addestramento e alla conoscenza, presa sotto l’ala protettiva di Shialaevar e mandata da lei stessa a Taltempla.
    Là incontrai una ragazza, un attendente chierica, e stazionava puntualmente nell'infermeria, ogni qualvolta mi procuravo qualche danno. La adoravo, l'unica tra l'altro a chiamarmi con il mio nome; un giorno mi diede un piccolo cofanetto, intarsiato di splendidi ornamenti elfici, con una piccola pietra gialla sopra. Lo aprimmo, lei lasciò in uno dei due vani, una stella di luce, io una stella di ghiaccio, la chiudemmo, e la diede a me, fino al nostro prossimo incontro.
    Ricevetti un giorno una buona nuova, la famiglia si era allargata, presa dalla notizia lascia l'addestramento senza permesso, ne conseguirono allenamenti notturni, diurni, pasti brevi, e rimproveri, di quelli che solo gli elfi sanno fare. Non provai più a tornare a casa, finché un giorno non ricevetti il tanto atteso permesso.
    Invece di una bambina, trovai una ragazza già cresciuta; subito legammo e fummo come sorelle da sempre, aveva una carica esplosiva, sembrava famigliare ed estranea insieme e il suo sorriso beffardo, amichevole, complice, io lo conoscevo, e lo conoscevo molto bene, ma non potevo ricordare dove lo avevo visto. Tornai alcuni giorni dopo a Taltempla per conseguire la chiusura del mio percorso e salutando Hazel con la promessa di rincontrarci, tornai a casa.
    Nostra madre perì, anni dopo, per mano delle bestie di Malar; la sua morte cadde nel giorno del mio 100° compleanno, la cerimonia della morte impiegò tutta la mattinata, mentre la cerimonia del centesimo compleanno impiegò l'intero pomeriggio, essenzialmente durante questa cerimonia, si sceglie il nome che poi l'elfo porterà per sempre, e io scelsi Seelya, perché quello era il mio nome, e ogni volta che passavo nelle vie cittadine, speravo di sentirmi chiamare con quel nome, e non con Silver. Durante la cerimonia, mio padre mi regalò un flauto di Pan, che era stato di suo padre e del padre prima di lui. Fu un momento triste, la morte della mamma, il flauto che sarebbe dovuto andare a mio fratello ... ma lui non c'era e lo presi, con l'intenzione di consegnarlo a lui, perché ero certa di poterlo trovare.
    A distanza di poco durante una delle ribellioni dei Drow, nostro padre rimase gravemente coinvolto, fu medicato al campo, ma la ferita non rimarginò e morì lontano da. Fu una scossa molto forte per mia sorella e la aiutai ad ambientarsi nella città, poiché abitavamo fuori dal centro di Leuthispar, lasciammo la casa e dato la condussi da quella che fu per me una Protettrice, perché prendesse lei sotto la sua ala come aveva fatto con me in precedenza, ma quando gliela presentai, Shialaevar disse che in lei non scorreva sangue di fuoco, ne spirito di ghiaccio, disse anche però, che l’avrebbe aiutata a scoprire la sua vera indole tenendola con se all'accademia, dandole il vitto e un luogo dove stare mentre io era via.
    Quello fu il mio ultimo saluto a Leuthispar.
    Qualche giorno prima Morlagor l’aveva portata a Ruith al porto militare e gli aveva fatto vedere qualcosa di diverso, un mondo e i guerrieri che si imbarcavano o cavalieri che partivano alla volta del confine per reprimere i ribelli, le fece vedere diverse strade, per un diverso futuro. E fu lì che Morlagor la lasciò mentre si imbarcava per chissà quale avventura, se ne andò sussurandole una frase <<è vivo >> con un sorriso e di nuovo ebbe quella sensazione familiare eppure no; ebbe la sensazione che si sarebbero rincontrati, così gli sorrise, e se ne andò.
    Astrid non prese bene ne la notizia della partenza di Morlagor, ne della mia; mancai di coraggio nel dirle tutto sulla mia motivazione, così le lasciai una lettera. Mi guardò uscire dalla stanza con le scorte e quando fu all'ultimo mi disse "io mi allenerò e vi ritroverò, entrambi, è una promessa e un arrivederci" la mia motivazione lei l'aveva già capita.
    Presi la rotta più breve poiché non passava per le isole Moonshae e approdava direttamente a Waterdeep, nelle bacheche del molo era strapiena di manifesti, papiri, locandine di affari, tra tutti quei fogli ne scorse uno che sembrò chiamarla a gran voce, la scritta "il Pugno Fiammante" risaltava come una luce nel buio. Sentii una forza nuova attraversarmi nel leggerlo e tutti i ricordi di quella notte tornarono vividi,pensai che era arrivata l’ora di prendersi una rivalsa sul destino. Così senza aspettare l’alba, mi accinsi a comprare con alcune monete un cavallo, la pergamena del Pugno Fiammante, recitava poche parole, stava facendo buio, ma lesse quanto bastò "una delle basi del Pugno Fiammante è a Neverwinter" pensai subito "li sicuro troverò le sue tracce"
  • rovi92rovi92 Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Io sono la testimonianza della distruzione del regno di Re Orden.Ho visto spazzato via il mio popolo dalla forza della magia occulta e ora voglio la mia vendetta.

    Spartacus,principe del regno di Orden,figlio del re e della regina Clerostide,trascorse una vita molto movimentata,
    fatta di piaceri,di guerre e di conquiste.Veniva soprannominato la furia rossa,per la facilità con cui sgomentava i propri nemici.Ma il giorno del suo 21° compleanno,una forza oscura si insediò nelle terre vicine a Orden,e da li a poco sarebbe entrata fino a palazzo.Spartacus insieme alla sua legione venne inviato al fronte a vedere cosa fosse successo,e lo scenario fu terrificante,nel paese più vicino al fronte,Rooshet,fu interamente pietrificato,animali,piantagioni,case e persino persone,tutto pietrificato.Davanti a lui si parava un'insolita costruzione di pietra nera,proprio al centro del paese.Poco dopo la fermata della legione in città,da quella insolita costuzione nera,uscì quello che per lui sarebbe stato il suo incubo peggiore,un necromante,Urtren.Il necromante gli diede un ultimatum,dicendogli che avebbe dato a lui e al suo popolo 5 giorni poi avrebbe dovuto andarsene dalla città di Orden se no sarebbero morti tutti,come nel paese di Rooshet.Da quell'istante tutto cambiò,Il regno di Orden venne conquistato da Utren nel giro di qualche mese.Vennero organizzate armate contro le legioni del mago ma non ci fu nulla da fare,lancie spezzate e magie vanificate,questo era il risultato contro quell'orda di mostri che avanzava verso il cuore di Orden.Dopo l'uccisione del re,Spartacus fuggì insieme a un pugno di uomini e quelle poche persone rimaste.Affranto e con il cuore colmo di rabbia,si diresse verso terre per lui inesplorate per cercare qualcuno che abbracciasse la sua causa.
    Ormai sono passati 10 anni da quella guerra,e ora spartacus è pronto a riprendersi quella terra che gli venne strappata brutalmente.Ha stretto nuove allenaze e ha nuove armi con cui combattere il necromante,ormai la vendetta è pronta.
  • tezcavampiretezcavampire Post: 6
    modificato febbraio 2014
    Thorlin Twindragons è il membro più giovane dell'omonimo clan nanico. Il clan discende dal leggendario Borlin Twindragons, un guerriero che sconfisse i famigerati Draghi Gemelli e prese la loro tana, fondando le Sale dei Draghi Gemelli, ora perdute nel tempo.
    Essendo Thorlin il più giovane del clan, non è mai stato ritenuto all'altezza di nessuna impresa e non ha mai potuto dimostrare il suo valore. Suo padre, Odilin Twindragons, servì Neverwinter in passato, portando onore e gloria al clan, ma soprattutto una casa. Odilin divenne il lord della Fortezza del Crocevia e combatté contro il famigerato Re delle Ombre che attaccò Neverwinter molto tempo fa. Dopo la battaglia Odilin scomparve misteriosamente senza lasciare tracce.
    Thorlin spera di eguagliare suo padre, ma ogni sua azione non è abbastanza per gli anziani del clan, ritenendolo sempre e solo un ragazzo. Thorlin si arruolò nell'esercito di Neverwinter, come suo padre prima di lui e come vuole la nuova tradizione del clan. Nonostante ciò, il suo carattere scontroso e irruento non gli ha permesso di scalare la rigida gerarchia militare di Neverwinter.
    L'attacco di Valindra ha causato gravi perdite al clan dei Twindragons, sia di beni che di vite. Thorlin spera di trovare e sconfiggere Valindra per vendicare i suoi cari caduti e per guadagnare gloria, onore e rispetto agli occhi degli anziani dei Twindragons.
  • galawinmelfeingalawinmelfein Post: 6
    modificato febbraio 2014
    Galawin Mel'fein, elfo

    Abbandonato dai geintori appena nato, viene adotatto da un contadino di West Harbor. Dopo l'attaco da parte dei goblin al suo villaggio decide di partire per affinare le sue capacità magiche. Con l'aumentare dei suoi poteri, la volontà di migliorarsi ha scatenato in lui la follia di cercare e trovare antichi artefatti, in grado di potenziare le sue magie. Così decide di esplorare ogni luogo, cripta e anfratto che è stato teatro di potenti magie, partendo proprio dalla ricostruita città di Neverwiter.
  • renesmee619renesmee619 Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Kirigaya biografia
    proveniente dalle terre di luruar ragazzo normale e amichevole fino a quando qualcosa non gli cambio la vita per sempre.
    Quel qualcosa è pero ancora sconosciuto a tutti quelli che lo abbiano incontrato,ma l'unica cosa certa è che lui abbia lasciato il segno dovunque sia passato.Rispettato e temuto ma allo stesso tempo ammirato e imitato da giovani e futuri ladri ingannatori.
    Come detto in precedenza nessuno conosce il suo vero passato ma tutti sanno che lui fara di tutto per sopravvivere ad un unico grande scopo,scovare coloro che gli hanno portato via tutto amicizia,famiglia e forse felicita e amore e far si che essi possano pagare per il loro male fatto a lui e impedire che possano portare dolore e sofferenze in tutto il mondo cosi da poter permettere alla gente di potersi scrivere da soli il proprio destino e il proprio futuro.
    Parlo direttamente a coloro che hanno rovinato tutto il mio passato togliendomi ogni speranza,io sono Kirigaya colui che vi distruggera e porra fine alle vostre vite.Fino a quando non vi trovero pero continuero a sopravvivere e a cercarvi nascondendomi nel ombra.Vi do un consiglio pero,se mai vi sentiste in grado di combattere faccia a faccia con me vivete,vivete il piu possibile e quando finalmente le nostre strade saranno pronte a incrociarsi..........VENITE A SFIDARMI!!!!
  • phagiusphagius Post: 1
    modificato febbraio 2014
    [Hazard Silverhand]

    Nacqui nel Sottosuolo. No, per favore, non chiedetemi notizie più precise: ogni informazione a riguardo è inaccessibile. Ho fatto un giuramento di segretezza e la pena, in caso di infrazione, è peggiore della morte...
    Ecco, mi hai già fatto perdere il filo. Ascolta con pazienza, arriverò a soddisfare alcune tue domande.

    Come ho già accennato, nacqui nel Sottosuolo. Non fingere, ho visto come mi guardi. Come mi guardate tutti. No, non mi offendo se non vi fidate di me, anzi. Fate bene, o almeno io al vostro posto farei lo stesso.
    Sono un Drow. Per molti di voi, 'Drow' significa più o meno "essere brutale che alleva ragni schifosi ed adora una dea ragno ancora più schifosa. Beh, molti di voi non hanno la fortuna (o meglio, sfortuna) di aver fatto un viaggio approfondito nelle nostre terre e nella nostra cultura.
    Da noi non ci sono leggi pacifiche, né la speranza di equità o pace: da noi cane mangia cane. La Matriarca tiranneggia le Matrone per non essere destituita dalla Dea Ragno, Lolth. Le Matrone reggono le città stato principali con pugno di ferro. Ogni sottoposto è schiacciato dal suo superiore e lotta con feroce disperazione per mantenersi in vita, a spese di coloro che stanno sotto di lui. Non è un posto per amare. Non è un posto per vivere.

    Io, da giovane, non volevo credere a tutto questo. Assieme ad alcuni amici ed amiche sognavamo in segreto una nuova società, in cui aiutarsi non significava essere deboli ed amare non significava essere stupidi. I miei genitori... No, non posso dirvi i loro nomi... Loro si erano sposati per ragioni sociali e non si volevano bene, ma cercavano di convivere in modo pacifico ed erano diventati in un certo goffo senso affettuosi l'uno con l'altro. Dalla società erano considerati un po' degli strambi, ma io li ammiravo. Non mi sarebbe dispiaciuta una vita come quella, in cui raramente ma regolarmente era possibile riposarsi in un'oasi di pace.

    Purtroppo, non poteva durare neanche quel limbo non troppo sofferente che noi chiamiamo giovinezza. Non starò qui a lagnarmi delle frustate ricevute, né assumerò un'aria pentita snocciolando i numeri delle vittime delle mie cacce con il clan. Il peggio doveva ancora arrivare, ed era la Prova. I nostri stregoni sondavano le menti dei nuovi adulti di ogni annata, per verificare che la violenza subita e perpetrata nel corso degli anni li avesse trasformati in efficienti soldati o brave spie. Io non ero nessuno dei due: non sapendo chiudere la mia mente agli stregoni, lasciai che scoprissero i miei sogni e le mie aspirazioni.
    La pena era la trasformazione in un Drider, un essere metà ragno e metà uomo. Mentre mi portavano via, sentii sul mio corpo tutti gli sguardi di disprezzo ed odio di coloro che un tempo erano miei concittadini, e di rassegnazione dei miei genitori.

    Il "boia", o meglio lo stregone incaricato di portare a termine la trasformazione, passò a recuperarmi dalla cella dopo poche ore. Io ero ormai rassegnato al mio destino, ma non sapevo piangere - nessun Drow sa piangere. Da parte sua, lo stregone non mi parlava né mi guardava e, a parte tenermi le catene conducendomi fuori dalle prigioni, non dimostrava alcun segno di vita. Uscimmo dalla città, prendendo un sentiero che già conoscevo: una serie di tunnel, scalinate e funi che conducevano ad una grotta dalla quale si poteva emergere in superficie. L'avevamo spesso usata come uscita secondaria per tendere imboscate agli ignari abitanti della superficie.
    ...Oh, dannazione, questo non dovevo dirlo.
    Ad ogni modo, lo stregone mi rivelò di essere stato amico stretto di mio padre durante una rivolta avvenuta qualche secolo fa. Non voleva fargli torto rovinando il suo unico figlio. Mi sentii un po' risentito: non fui salvato per miei meriti, ma per le conoscenze di mio padre. Lo stregone mi avrebbe lasciato libero, esiliandomi in superficie. Si raccomandò perché non tornassi mai più nella mia città (no, non posso rivelarne il nome), e mi fece giurare di mantenere il silenzio su ogni informazione specifica del luogo che stavo per lasciare. Se così non fosse stato, probabilmente il mio nome sarebbe venuto fuori e non solo lui, ma anche la mia famiglia ed i miei amici sarebbero stati torturati eternamente, probabilmente davanti ai miei occhi.
    Accettai: abbandonai ogni mio nome ed oggetto, assumendo l'identità di Hazard (pericolo: un invito a non formare legami stabili con me) Silverhand (Mano d'Argento) e lavorando con i mezzi che meglio manipolavo: arco e frecce.

    Ho già sofferto troppo. I ricordi iniziano a diventare flebili, ma le emozioni sono sempre le stesse. Forse, là sotto, centinaia di altri ragazzi come me stanno per essere giustiziati solo per il fatto di sognare. Non dico che noi Drow siamo buoni, anzi. Ma c'è una ragione dietro, in un certo senso non è colpa nostra, e molti possono ancora essere salvati. Io sono stato fortunato, e lotto perché un giorno, forse, qualcun altro come me sopravviverà alla violenta selezione che questo mondo ci impone.
  • wisniamanwisniaman Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Biografia di Wisniaman,

    L'infanzia di Wisnia, poichè fu quello il suo nome, non fu una di quelle più felici, se solo egli potesse ricordarla, difatti egli venne rapito da piccolo ai suoi genitori, i quali erano dei semplici nani, contadini per esattezza, che vivevano sotto il culto di Moradin, un giorno Diorn, il padre di Wisnia, si *Squiiiiiick* nella strada di ritorno a casa, fu allora che dal nulla comparve un uomo, nobile dalle apparenze, egli gli fece promettere che il cambio del suo aiuto, Diorn avrebbe dovuto darli un qualcosa che ha, ma che ancora non sapeva di avere. Diorn fece questa promessa, cosi l'uomo gli diede una mano e lo portò a casa, fu allora che Diorn scorpi che Moren, sua moglie,era in cinta.
    Il tempo passava e l'uomo misterioso non si era ancora fatto vivo, egli difatti avrebbe dovuto venire un giorno a prendere il frutto di quella coppia, a seconda della promessa fattagli da Diorn e cosi fu, quando Wisnia aveva 8 anni, l'uomo venne e lo portò via, ma egli non venne da solo, portò con se degli uomini armati, i quali dopo la partenza del ragazzo, uccisero la coppia e bruciando la loro casa per coprire le traccie di quell'avvenimento.
    L'uomo misterioso, non era altro, che il Capo dell'Alba Blu,un gruppo di Pirati che saccheggia ed uccideva la povera gente di Dragonmere. Wisnia fu mandato a studiare le arti di combattimento e fu addestrato a non provare ne emozioni ne dolore, cancellandogli la memoria degli anni d'infanzia vissuti con i genitori.
    Anni dopo, quando al nome Wisnia, fu aggiunto il nome "man", poiché anche se piccolo di statura sopportava più dolore di ogni uomo, ed era micidiale come nessun'altro, divenne uno dei condottieri della causa dell'Alba Blu, ma egli non si batteva contro gli uomini, anzi gli proteggeva, gli proteggeva dai diavoli, dai non morti e dalle bestie selvagge. Quando il Capo dell'Alba Blu venne a scoprire della gesta eroiche di Wisniaman, lo scomunicò, rendendolo un pirata rinnegato, poichè egli era incapace di uccidere la razza umana.
    Wisniaman vagabondò per lunghi anni, infine trovò riparo dai elfi, i quali dopo aver sentito la sua storia, decisero di accoglierlo tra di loro e di insegnarli le arti magiche. Convertitosi al culto di Corellite, un guerriero abile e padre della razza elfica, fece il voto di proteggere ogni razza di buono d'animo. Cosi riprese il suo viaggio in cerca di persone che avessero bisogno del suo aiuto. Dopo lunghi anni di combattimenti, in difesa della gente, decise di recarsi all'Eclave del Protettore, dove era in atto una battaglia contro Valindra, la regina oscura, la quale voleva conquistare la città. Arrivato su posto, trovò la città sotto assedio, si immerse cosi immediatamente nella battaglia, ma proprio quando questa sembrava essere vinta, la regina oscura, fece scendere il battaglia il suo servo più spietato, un drago, il quale afferrò con le sue zampe possenti il povero nano e lo scaraventò nel precipizio vicino al castello, Wisniaman riprese conoscenza sulla spiaggia, gli venne incontro Wilfred un soldato di Neverwinter, egli gli chiese chi fosse e che cosa facesse sulla spiaggia, ma l'unica cosa che Wisniaman ricordava, fu il suo nome, cosi da li in poi combatte per la causa di Neverwinter, sperando di ritrovare un giorno la memoria perduta...
  • rosaspina2rosaspina2 Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Beldobin era un nano tanto carino, ma un giorno per preparare la difficilissima polenta al sugo di Grumph cadde nel pentolone e divenne stupido.

    Beldobin proviene da una casata poco stimata del Northdark, i Lorearthen infatti erano una casata di spurgatori e tombaroli e puzzavano come i topi Mannari morti.
    Deciso di migliorare questa situazione Beldobin fin da piccolo sviluppa una dote innata per la cucina e per le mele zucchinate(tipiche della sua regione), al contrario dei suoi 4 fratelli lui aveva imparato ad usare il sapone mischiato ad una sostanza che prima d'ora non veniva mai usata "L'acqua". La famiglia però non conoscendo la natura della sostanza chiese consulto al saggio della casata("un Vecchio rincoglionito che ogni domenica crede di essere un fioraio ma non sa distinguere una margherita da una candela)il quale decise di allontanarlo,fino a quando non avesse smesso di usare L'acqua per lavarsi.

    Disperato inizia il viaggio che lo cambierà per sempre; viene accolto da dei cultisti di Moradin i quali gli insegnano l'antica ricetta della "Parmigiana Incudinea". Durante la festa per ingraziarsi il dio, Beldobin sbagliò le dosi provocando un indigestione generale dei sacerdoti.
    Questi dopo 6 giorni di agonie decisero che per rimediare al danno Beldobin sarebbe dovuto tornare nel Northdark a cercare il bicarbonato di Kelemvor potente sostanza in grado di far digerire anche i morti( da qui il nome).
    Beldobin allora si mise in viaggio verso in Northdark e trovò la potente sostanza, (questa sottratta alla temibile tribù delle Scimmie Sbucciabananenane)che riportò ai sacerdoti i quali lo ringraziarono preparando la specialità del monaco Don tropp-sal NelMinestr (fondatore del monastero).

    Dopo 2 mesi Beldobin si rimise in viaggio e arrivato nei pressi di un porto fu preso e arruolato.
    Durante il viaggio la Barca fu affondata da un drago e lui fu l'unico sopravvissuto; da quel giorno Beldobin fu coinvolto in un avventura che lo avrebbe cambiato.
  • vincenzone84vincenzone84 Post: 20 Arc Utente
    modificato febbraio 2014
    Vincenzone - Mezz'orco

    La guerra ebbe inizio nelle pacifiche terre pianeggianti di Eteira, nell’anno 1066, tra la popolazione composta da umani e razze totalmente distinte e pure, per le conquiste degli ampi, selvaggi e inesplorati territori.
    I primi ad iniziare il conflitto furono i facinorosi e brutali orchi, venuti fuori dalle profonde caverne oscure ed ignote, per radere al suolo, saccheggiare e conquistare, ma ben presto anche altre razze presero parte allo scontro, rendendo quella contesa la più durevole, sanguinolenta e fragorosa, che echeggiò nei secoli seguenti con il nome del “Dissidio delle mille Spade”.
    Fu così che le varie razze, che fino ad allora, avevano temuto e proibito la mescolanza della specie, messa al bando e fattasi questione di sentenza di morte per chi osasse violare la legge, che molte specie, vicine all’estinzione, si unirono agli umani, totalmente vittime impreparate e deboli in quella guerra fatale, dando vita a nuovi esseri magici, che prendevano l’essenza migliore da entrambe i loro creatori.
    In una di quelle notti, dove il fuoco e la morte ne facevano da padroni indiscussi, che il bestiale e crudele Orco Serkan a capo della milizia dello “Scudo di Ferro”, rase al suolo uno dei villaggi, trucidando, razziando e abusando della giovane umana Sirenne, la cui famiglia fu decimata in quella infausta crudeltà.
    Da quell’atto spaventoso, nacque uno tra i primi mezz’orchi che decretarono le nuove razze che avrebbero popolato la nuova terra.
    Vincenzone, era di animo buono e puro, ma il suo aspetto grossolano, dai tratti orripilanti e spaventosi, lo portarono a vivere un’infanzia solitaria, disprezzato dagli umani e odiato dalla madre, poiché era il frutto di un dolore inenarrabile.
    Nonostante le angherie, Vincenzone provava a cercare un posto nel villaggio dove era nato, tra le persone che lo ripudiavano, ma si era sempre sentito fuori posto, come in bilico tra due mondi in cui si trovava in mezzo e non avrebbe mai trovato un vero posto da reputare casa.
    Trascorreva la maggior parte del tempo nel bosco, tra alte querce millenarie, animali che si abituarono ben presto alla sua presenza e che lo accettavano più degli umani.
    Lavorava come falegname e tuttofare, ciò nonostante restava malvisto dagli altri, benché si fosse sempre comportato civilmente. Il suo buon cuore, veniva giornalmente canzonato e denigrato.
    Crebbe insieme alla madre Sirenne, fino all’infausto giorno in cui il gregge di pecore di un vicino vennero disumanamente falcidiate e dopo un primo turbamento generale della popolazione, la colpa ricadde sull’unico essere possedente una forza tale da compiere un simile gesto.
    Lo accusarono di un torto mai commesso, giudicato senza possibilità di replica e cacciato via a sassate dall’unico posto dove aveva vissuto. Neppure la madre lo difese e in quel momento qualcosa si ruppe per sempre dentro di lui: quella fu l’ultima volta che si videro.
    Vincenzone fu costretto ad affrontare un mondo sconosciuto, di cui sapeva ben poco: perfino di se stesso non conosceva nulla. Ignaro di appartenere a due specie e al contempo a nessuno delle due.
    Intraprese un lungo viaggio che lo portarono nelle terre abitate di Moriah, dove conobbe un altro mezz’orco Tarrin, che divenne il primo vero amico e familiare. Gli spiegò cosa fosse realmente e lo scortò fino all’accampamento degli Orchi, per essere addestrato a combattere e a cavarsela.
    Lì imparò l’ardua danza della battaglia, ad essere spietato, calcolatore, brutale e senza cuore.
    Tuttavia la natura umana equilibrava quella bestiale, così prese la decisione di riscattarsi e dimostrare al mondo intero che non tutti i mezz’orchi erano crudeli, ma che c’era sempre della luce nell’oscurità.
    Partì in viaggio per una nuova terra, insieme al suo grande amico mezz’orco Tarrin, ma durante la lunga e travagliata traversata, la folle mente distorta dal potere di Valindra, attaccò l’imbarcazione con un drago composto da sole ossa e fiamme azzurre, distruggendola e uccidendo i passeggeri, compreso Tarrin.
    L’unico superstite era Vincenzone: una nuova guerra ebbe inizio.
  • hendeliolhendeliol Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Lochdonn nacque in una paesello del Nord, controllata dal pugno degli infernali. Suo padre Curumo era un chierico di Kelemvor inviato dal suo tempio per tenere a bada gli esterni malvagi, ma durante questa missione, fu avvicinato da una avvenente infernale da cui, in seguito, ebbe una figlia. Purtroppo questo coinvolgimento fu un errore fatale, egli venne infatti tradito e condotto in prigionia dalla sua stessa compagna, mentre la loro figlia fu abilmente nascosta nel monastero in cui esercitava il padre.
    Tuttora, ella non conosce il nome della città dei suoi genitori, poiché quando il suo insegnante, che era molto amico di Curumo si offrì di darle l'informazione, lei rifiutò, sentendo che quel ragguaglio l'avrebbe portata al decadimento, spingendola a ritornare al suo paese natale con una curiosità morbosa e amara.
    La bambina crebbe sana e brillante, fisicamente forte e eloquente, ma si sentì sempre molto diversa dai suoi compagni Mezzelfi, Umani o Nani, poiché le sembrava sempre di guardare le cose da una diversa angolatura, come se quella realtà non le appartenesse pienamente.
    Studiò con dedizione, imparando i segreti del potere e della guarigione, mostrandosi particolarmente brava nel comunicare con i piani, dimostrando grandi capacità in combattimento ed entrando nelle grazie di alcuni dei più importanti tra i suoi insegnanti, anche perché la fanciulla sembrava crescere al rallentatore, rimanendo sempre ricettiva come una bambina piccola, ma acquisendo saggezza ed esperienza.
    Lochdonn fu spesso vittima di aggressioni da parte dei suoi coetanei, intimiditi dal suo aspetto strano e dalle sue idee inusuali che qualcuno definì eresie. Queste vessazioni continue la temprarono nello spirito e nel corpo, lasciandole anche profondi segni.
    Concluse gli studi di base e per un breve periodo rimase come insegnate al tempio, ma dopo essere stata per così tanti anni relegata in quella realtà idillica e soddisfacente sul piano intellettivo, volle addentrarsi in qualcosa di più, partendo come avventuriera in cerca di conoscenza, percorrendo in lungo e in largo la Costa della Spada.
    Incontrò solo pochissime volte degli altri Tiefling e non provò mai molta simpatia per loro, perché la maggior erano ladri che operavano nell'illegalità, unica cosa che lei non potesse sopportare.
    Durante il suo pellegrinaggio ebbe l'infausto "onore" di vedere la più potente delle necromanti all'opera. Rimase affascinata e inorridita dal lavoro di Valindra e si ripromise di scoprire di più su di lei, così da poter porre fine al suo regno di non-morti.
  • onoriusonorius Post: 1 Arc Utente
    modificato febbraio 2014
    non ricordo la mia provenienza ma sono sicuro di essermi reincarnato in un mago elfo del sole, sta scritto.... inciso su un globo ''KANDOR'' ,forse un destino ben piu grande mi attendeva,cosi la dea Sunite mi diede i suoi doni..... intrapresi la via della saggezza incontrando sul mio cammino orde di orchi e non morti ben oltre la mia portata.....quando mi accorsi che non ero da solo,davanti a me un manipolo di compagni codivideve il mio stesso destino....ecco forse e giunta l'ora di afferrare il coraggio e fare appello a tutti i miei poteri...infondendo luce e speranza......
  • seylas86seylas86 Post: 2
    modificato febbraio 2014
    Daelric Heldeion
    The Monster Hunter
    Tiefling

    Il piccolo Daelric nacque in una foresta sconosciuta. Della sua famiglia nessuno sa niente. Le uniche cose certe sono che è stato abbandonato quando ancora era in fasce e che la sua infanzia è stata molto, molto difficile.
    Ha dovuto affrontare enormi sacrifici e dure prove per riuscire ad andare avanti. Tutto ciò che imparava era frutto solo del suo sudore e della sua fatica, visto che non c'era nessuno ad aiutarlo e a dargli alcun consiglio.
    Da solo imparò a combattere le mille insidie che gli si presentarono con il suo amato spadone...
    Amava, infatti, scorazzare per i boschi e per i vari territori di Amn, senza neanche tanto pensare ai pericoli che avrebbe potuto incontrare.

    Così trascorse la sua infanzia e la sua giovinezza, fino a quando un giorno dopo esser sopravvissuto ad un duro scontro con dei goblin, riuscì ad arrivare a stento nei pressi della città di Vusk. Essendo stremato, e disidratato *Squiiiiiick* i sensi.

    Venne trovato da un mercante di schiavi, riconoscendo la mole di Dael, lo prese con se, lo rimise in forze e lo vendette direttamente a Lord Fersen, per aggiungerlo ai suoi già numerosi servitori.
    Il Lord portò cosi Daelric nella sua dimora a Luskan, città portuale, dove il bambino visse per primi anni come sguattero della tenuta su una rocca a picco sul mare.
    Lord Fersen, comunque, si rivelò essere un uomo di discreta generosità e raramente maltrattava i suoi servitori.

    Non passò molto tempo prima che Fersen si accorgesse della prestanza fisica e delle potenzialità del giovane Dael che cresceva sempre più, mentre la sua pelle si abbronzava al sole e i suoi muscoli si sviluppavano lavorando duro come magazziniere e scaricatore.
    Un giorno, osservandolo domare un cavallo da tiro imbizzarrito con solo la forza delle sue mani, impressionato dalla forza del giovane, decise di farlo addestrare come guardia personale dal suo luogotenente di fiducia perché Dael potesse servirlo al meglio delle sue capacità.
    Il giovane non tradì le aspettative del suo padrone: si rivelò un guerriero forte e ligio al suo dovere, e fu così che da uomo di fatica passò al servizio nelle guardie della tenuta.
    Passarono molti anni, in cui Dael serviva fedelmente il Lord, e per la prima volta nella sua vita scopriva cosa volesse dire essere felice e ben accetto da qualcuno: era ormai diventato una guardia e questo gli garantì sempre un pasto caldo nonché il diritto di parola di fronte al suo signore.
    Tuttavia spesso, nel cuore della notte, sentiva dentro di sé un enorme senso di malinconia ed il richiamo di quella libertà avutagli da fanciullo, lo tormentava senza tregua.

    Il destino aveva in serbo un cambiamento: una notte buia e tempestosa, nel silenzio della tenuta comparve un assassino, mandato da una famiglia di commercianti rivali, tentò di uccidere Lord Fersen con il favore dell'oscurità.
    L’assassino dopo aver ucciso una guardia a difesa della camera di Fersen, accidentalmente fa cadere un vaso, Daelric, ancora sveglio e assorto nei suoi pensieri, insospettito dal rumore sì destò immediatamente, afferrò il suo spadone e si diresse a controllare, notò la porta aperta della stanza di Fersen entrò e vide l'assassino che stava per uccidere il suo padrone. Alla vista di Dael l'assassino si diede alla fuga, Dael cercò di prenderlo ma invano, l'assassino riuscì a scappare, scomparendo nell'ombra.
    Lord Fersen ringraziò la sua guardia facendogli dono della sua agognata Libertà.
    Nei mesi a seguire Daelric continuò a vivere all'interno della villa come un uomo libero e guardia scelta fedele a Fersen, ma nonostante ora avesse raggiunto una vita comoda e dignitosa, Daelrc non smetteva mai di pensare al suo futuro lontano da lì, alle avventure che lo aspettavano, ai racconti fantastici dei marinai che incontrava spesso al porto e da fantasticherie ad occhi aperti che lo vedevano lontano nel mondo a sudarsi con le sue armi la vera libertà, la gloria e la conoscenza di meraviglie lontane.
    Così un giorno decise di raccogliere le sue poche cose, il suo spadone e di partire all'insaputa di tutti viaggiando il più lontano possibile fino alle terre del sud, in cerca di quelle fantastiche meraviglie e di quell’avventure…

    Gli anni ed i mesi passarono e Dael divenne sempre più cauto ed esperto, soprattutto a dare la caccia ai mostri nei luoghi selvaggi.
    Spesso aveva problemi legati alle sue cicatrici d’avventura; la gente dei villaggi non lo vedeva di buon occhio pensando che fosse un essere malvagio, non sapendo però che Dael in realtà è tutt’altro. Solo che è difficile per lui dimostrarlo apertamente, vista la diffidenza che gli altri mostrano nei suoi confronti...
    Infatti Dael, si sente a suo agio nei posti meno civilizzati. Proprio per questo nel tempo è diventato schivo ed è difficile che stringa amicizie con qualcuno... però se un giorno lo farà mai, sarebbe vera amicizia... un'amicizia eterna...
    Dael infatti è onesto e buono d'animo; davanti ad una persona in pericolo non esiterebbe mai ad aiutarla.
    Ha bisogno solo di qualcuno che lo capisce e, lo accetti per quello che è, e che ricambi la sua onestà ed amicizia...
    Ben presto Daelric, lo avrebbe incontrato...
  • mariob88mbmariob88mb Post: 1
    modificato febbraio 2014
    bibliografia di Blake Corvotempesta,Volpe Grigia,Roland Corvotempesta

    il sacerdote di Cyric -rinascita

    Blake Corvotempesta è nato a Luskan ma ha trascorso tutta la sua gioventù insieme ai monaci del dio Oghma a Candlekeep.
    Tormentato dagli incubi fin da giovane, Blake continuava a sentire una voce,un sussuro dentro Candlekeep. Il pensiero di cercare e trovare quella voce era il suo scopo nella vita.
    Un giorno riusci a trovare il luogo da dove proveniva la voce e qui ebbe inizio il suo declino.


    "l'ho trovato...finalmente....dopo anni passati a Candlekeep...ora scoprirò la verità dietro le voci."disse Blake con il tomo in mano. Un cranio delle dimensioni di un bambino domina la copertina.
    Blake ritornò nelle sue stanze e apri il tomo. Una forza invisibile obbligò Blake a leggere senza fermarsi e una marea di conoscenza invase la sua mente.
    Non avendo alternative, Blake si strappo gli occhi con le proprie mani e in quel istante il tomo si richiuse.
    Sconvolto cadde a terra stremato.
    Ora la voce che sembrava un sussuro era diventata chiara e si era stanziata nella mente di Blake.
    La voce gli disse: Benvenuto sacerdote di Cyric, bentornato a casa....
    Blake si alzò in piedi, il viso era coperto di sangue e un tattuaggio si disegnò nel suo volto.
    Un sorrisetto malvagio si stampo nella faccia di Blake e poi disse : Valindra,Neverwinter,si... maestro


    il sacerdote di Cyric-il ladro e il cieco

    foresta di Vellosk,strada verso Neverwinter.

    la foresta sembra dormiente ,nessun canto di uccelli o rumori naturali ,il silenzio più totale.
    Un chierico passeggia nel bosco probabilmente sta andando verso sud.
    Un ombra si muove furtiva dietro di lui.Come un fulmine a ciel sereno il malcapitato non riesce nemmeno a girarsi per vedere chi gli sta dietro che si ritrova a terra immmerso in una pozza di sangue.
    Otto pugnali adornano la sua schiena.
    "Questo stupido chierico non ha un centesimo"sbuffo il ladro frugando nelle tasche del povero malcapitato.
    "ha abbasato la guardia, prendilo!" disse una voce dal profondo del bosco e senza accorgersi di nulla il ladro si ritrova sospeso in aria come strangolato da un raggio di gelo. " è bloccato maestro,ora potete parlargli" disse una voce femminile che sembrava provenire dalle spalle del ladro.
    Un uomo sbucco dal nulla accanto al ladro, la sua pelle è bianca come quella di un cadavere,i suoi capelli sono bianchi come la cenere ma la cosa che fa più paura e la totale mancanza degli occhi e un tattuaggio ,un tattuaggio che il ladro conosce bene.
    " sono giunto fin qui per riscuotere il tuo debito Volpe grigia" disse l'uomo.
    " l'unico debito che ho e quello con Cyric,lui mi ha donato l'abilità di nascondermi nell'ombra , sei uno dei suoi sacerdoti?"disse il ladro a fatica,la stretta alla gola gli impediva di muoversi.
    "si,io sono Blake Corvotempesta,la maga che ti tiene sospeso in aria si chiama Chandra, non farla arrabbiare o ti incenerisce all'istante"disse Blake poi continuo dicendo" puoi lasciarlo Chandra,abbiamo trovato il nostro ladro"
    Il ladro caddè a terra ,si rialzò a fatica e diede uno sguardo alla maga che si era divertita a strappazarlo un po' .La maga è molto magra e porta lunghi capelli rossi,sicuramente è umana.
    Blake stava guardando il cadavere senza vita del chierico,gli diede un calcio per farlo stendere a pancia in sù e lo guardò attentamente " un elfo nero ,tattuaggi bianchi,chierico di Torm....il suo nome è ...il suo nome inizia con la J..."
    " che importanza ha il suo nome? non serviva Cyric è quindi doveva morire" disse Volpe grigia poi continuo dicendo " dove andiamo?"
    "andiamo a Neverwinter,li ci aspettano dei seguaci di Cyric...un nano,un orco, un mago,un mezzodemone e tanti altri..." disse Blake compiaciuto poi guardo il cielo è disse" si avvicina una tempesta,teniamoci pronti all'arrivo dei draghi".

    il sacerdote di Cyric-Roland scende in campo

    Candlekeep,20 giorni dopo la fuga di Blake.

    La cittadella di Candlekeep, un tempo era uno dei più grandi centro del sapere dei Reami....Ma ora giace tutto in rovina.Le torri sono distrutte e i preziosi libri contenuti nella piccola fortezza sono andati bruciati, secoli di storia andati perduti e i duemila monaci che abitavano nella fortezza sono stati tutti uccisi.
    Degli agenti di neverwinter sono stati inviate per far luce sul mistero che avvolge Candlekeep...
    Un uomo molto alto e robusto aspetta a braccia conserte osserva il portone d'ingresso alla cittadella " fermi tutti,guardate" indicando il simbolo a forma di teschio senza mascella di dimensioni ciclopiche che adorna il portone.
    "i seguaci di cyric hanno compiuto questo scempio..."disse l'uomo e poi si girò verso i suoi compagni dicendo" Lady beth, Granpasso, estraete le armi e seguitemi"
    Lady Beth è una fanciulla elfica magrolina dai capelli viola che ha studiato magia d'evocazione mentre Granpasso è un drow specializzato nelle infiltrazioni ed è anche un abile arciere. I due in confronto all'uomo sembravano dei bambini, infatti l'uomo è alto e robusto piu della media umana ma quello che lo contradistingue è la pelata e la barba tipica dei paladini di kelemvor oltre all'enorme martello a due mani.
    " ci risiamo,potevo darmi ammalata e non venire a lavorare" disse lady Beth " odio sporcarmi le mani."
    " la solita pappamolle!" disse Granpasso sbuffando.
    "pappamolle? a chi hai detto pappamolle ? " disse Ladt Beth infuriata.
    " smettete di bisticciare come bambini!" grido l'uomo e poi continuò dicendo" Granpasso,esplora il settore a est . Beth ,utillizza i tuoi uccellini per vedere il settore ovest. Se vedete il nemico non attacate ma utillizate gli uccellini di Beth per il richiamo."
    " Si, capitano." dissero i due in coro.
    "Non sono più un semplice capitano,ora sono l'inquisitore Roland Corvotempesta, tenetelo a mente!" disse Roland e poi i tre si divisero per cercare risposte all'interno della fortezza abbandonata.
    Dopo ore di ricerca uno degli uccellini evocati da Beth fece un richiamo.Beth aveva scoperto un soppravvisuto.
    il monaco giaceva a terra coperto di sangue,pieno di tagli e con gli arti mancanti.
    Roland usò le sue arti guaritrici per lievare il dolore del poveretto ma il monaco espresse dissenso e poi disse" Ha distrutto tutto, sapevo che un giorno sarebbe successo,come predetto da Alaundo. Ha distrutto i templi e impresso il teschio di cyric dappertutto.Ha ucciso tutti i suoi compagni senza esitazione come posseduto da una forza demoniaca. Non sono riuscito a fermarlo,il maestro dei monaci di oghma ha fallito. Tutto il sapere è andato perso..."
    "chi è stato a fare questo ? chi ha compiuto questo scempiò?" chiese Roland inferocito.
    Il monaco sorrise ,un rigolio di sangue cadeva dalla bocca poi guardò Roland e disse" prendi dalla mio saio l'ultima profezia di Alaundo, essa ti guiderà verso il colpevole." Roland rovistò negli abiti del monaco e trovò una pergamena che riportava una antica filastrocca che lui conosce bene ma il monaco guardò il cielo e disse la profezia ad alta voce"Se semini corvo raccogli tempesta, se si innalza la bandiera raccogli miseria,se incontri la morte prepara la vendetta."Alle parole dette dal monaco Roland caddè all'indietro inpietrito dalle parole scritte in quel pezzetto di carta."si....tu conosci l'assassino dei duemila monaci di candlekeep,tu conosci il distruttore del sapere.....tu conosci Blake Corvotempesta..."dopo queste parole il manaco mori lasciando attoliti i tre agenti di neverwinter.

    il sacerdote di Cyric -La morte di Blake

    Ponte del drago addormentato - Neverwinter


    <<fermiamoci qui.>> disse Blake con fare funesto.
    Fece un lungo respiro poi si girò verso il ladro e la maga e da una borsa che teneva sulla cinta estrasse un libro o almeno alcuni frammenti di un libro e lo consegnò nelle mani del ladro
    << Volpe, tieni questo. Questo “libro” deve arrivare nelle mani dei nostri alleati di Neverwinter ma non è ancora completo…Non possiamo affrontare Valindra senza il libro completo .Dirigiti a nord est, segui le caverne nere e recupera l’altra metà del libro…>> Volpe rimase perplesso e chiese
    << cosa succede maestro? Cosa vi ha mostrato Cyric?>> Blake guarda in cielo e poi disse
    << la morte non è la fine ma l’inizio di un altro viaggio ,la cortina di nebbia di questo mondo scompare e poi li vidi…>> Il ladro squadrò Blake in cerca di una risposta ma egli sorrise, un sorriso malvagio e continuò dicendo <<… ma non preoccuparti , ritornerò sotto un'altra forma, una forma più potente …..ti darò abbastanza tempo per fuggire …loro sono vicini >> poi mise una mano sulla spalla di Volpe e questi fece altrettanto << Addio amico mio, che Cyric ti protegga durante il tuo viaggio.>>
    Si scambiarono un sorriso beffardo e poi Volpe scomparve utilizzando la famosa tecnica dell’invisibilità di Cyric.
    “Loro” si fecero vivi dopo un paio di minuti ,Un gruppo misto di truppe scelte di Neverwinter ,si contavano due assassini, due guerrieri armati di scudo e lancia e un mago.
    Il mago, una donna elfo di mezz’età fece un passo avanti ed estrasse una pergamena che recava una taglia, poi disse << Blake Corvotempesta , uccisore dei 2000 monaci di Oghma ,genocida, blasfemo ,infido….corvo maledetto>> e aggiunse << Non sei il benvenuto qui …vai per la tua strada ,se cerchi di entrare a Neverwinter ti uccideremo .>>
    Blake non si fece pregare e si mosse giusto quel passo per indispettire il mago, in un lampo gli assassini lo infilzarono con quattro lame sulla schiena e i guerrieri lo caricarono con le lance trafiggendogli il petto.
    Blake rise e sputò sangue << tutto qui?>> . Chandra, vedendo il proprio maestro in difficoltà, cercò di evocare un’enorme tempesta di ghiaccio contro i quattro assalitori ma mentre preparava l’incantesimo, l’altro mago la congelò all’istante per poi frantumarla in milioni di pezzettini con un successivo incantesimo.
    La maga guardò Blake con un sorrisetto di vittoria e disse <<Noi rappresentiamo l’ordine di Neverwinter, non ti è concesso entrare .Fai un altro passo e ti daremo il colpo di grazia.>> Blake, immerso nel suo stesso sangue ,rise a crepapelle e fece un altro passo in avanti ,si stava tirando avanti i 4 assalitori come se nulla fosse . Nell’incredulità dei cinque assalitori, il mago gli lancio addosso il più potente degli incantesimi che conosceva ,una enorme spada di ghiaccio. La spada cadde sulla testa di Blake scaraventandolo a terra. I quattro assalitori si erano tolti un attimo prima del lancio dell’incantesimo e ora stavano circondando Blake puntandogli le lame contro. Queste si riverse a pancia in su e disse << è dire che ero venuto per salvarvi….>>
    E uno degli assassini gli chiese << salvarci? Salvarci da cosa ? >> e Blake continuò dicendo
    << si alza la tempesta dall’est, i giorni d’estate stanno finendo e i corvi ritornano a Neverwinter… >>poi sospiro.
    << cosa significa? Parla maledetto!!>>disse uno dei guerrieri armati di lancia ma la maga tenne per un braccio il guerriero e disse << è inutile, è morto. Mandate un messaggio a Roland, ditegli che suo fratello giace ai piedi di Neverwinter .>>



    Poco più tardi due uomini incappucciati stavano davanti al cadavere di Blake. << è morto...>> disse l’uomo incappucciato in cui si intravedeva dei riccioli rossi che gli contornavano il viso
    << Morto? I sacerdoti si Cyric non muoiono . Si offrono in sacrificio per andare a incontrare Cyric in persona. Tu ed io l’abbiamo già fatto>> disse l’altro uomo incappucciato che teneva un bastone sacerdotale in mano.
    << il rituale delle tre corone? Questo Blake è a conoscenza di questo vecchio rituale? >> disse riccioli rossi mentre estraeva un libro magico.
    << Non solo è a conoscenza ….osserva.>> disse il sacerdote puntando il dito contro i detriti che contenevano i resti di Chandra << il rituale esige un sacrificio multiplo e lui non ha esitato a sacrificare la maga che si portava appresso.>>
    << non vedo il corpo del ladro però>> suggerì lo stregone
    << non gli serviva, ha già offerto 2000 monaci a Cyric. È probabile che la maga non gli servisse più.>>disse compiaciuto il sacerdote << mancava solo il suo sacrificio.>>
    << un vero bastardo ….>> disse lo stregone lasciandosi sfuggire a un sorrisetto malvagio
    << Chiamiamo qualche bastardo della gilda che porti via il cadavere di Blake e lo riponga nella nostra cripta nel cimitero di Neverwinter >> disse infine il sacerdote.
    << Che ne è stato del ladro?>> chiese lo stregone
    << il ladro? …Volpe grigia ha una missione da compiere, sicuramente tornerà presto>> disse sicuro della sua previsione il sacerdote.
  • stevenonstevenon Post: 1
    modificato febbraio 2014
    Biografia di Stevenon:

    Stevenon nasce in una piccola zona di campagna dove sin da piccolo è costretto a lavorare i campi dalla mattina alla sera per sfamare la sua famiglia, suo padre (Alexander) è ormai rilegato a letto a causa di una gravissima ferita di guerra che lo ha portato a non poter più camminare, sua madre (Marianne) deve occuparsi costantemente di suo marito , della casa e dei 2 piccoli gemelli (3 anni) concepiti poco prima che Alexander andasse in guerra.
    Il piccolo Stevenon non ha avuto una infanzia felice , non ha avuto nemmeno una infanzia in quanto già all' età di 6 anni aveva sulle proprie spalle il peso di portare avanti una famiglia; in quei pochi momenti di libertà si divertiva a tirare con l arco (costruito da lui), si divertiva ad uccidere animali specialmente quelli di piccola taglia perchè erano un bersaglio più difficile.
    Fido compagno di Stevenon era il suo cane Laika che lo accompagnava ovunque (un anno per colpa della carenza di cibo i suoi familiari erano intenzionati a mangiare anche il suo cane, ma lui con la scusa che era scappato lo salvò).
    Dopo la morte del padre (circa 4 anni dopo) i suoi fratellini erano già abbastanza esperti di agricoltura quindi preso dalla voglia di visitare il mondo e stufo di quella situazione opprimente Stevenon decise di fuggire verso le terre del nord accompagnato dal suo fido compagno; la sopravvivenza non era un problema per questo arciere prodigio, in poco tempo riusciva ad uccidere animali di qualsiasi tipo e di farsi pellicce per i climi più freddi.
    Arrivato in una cittadina (Banghala) alcuni militari videro questo ragazzo indossare pellicce di alcuni degli animali più feroci delle terre del nord e Stevenon, raccontando la sua storia, venne messo alla prova per dimostrare le proprie capacità; rimasero senza parole quando il ragazzo riuscì a caricare , scoccare ed uccidere uno scarafaggio distante circa 10 metri da lui (e i militari non hanno quasi fatto in tempo a dire via), decisero di portarlo con loro (ovviamente seguito da Laika) alla grande ambasciata del generale supremo (Turius).
    Durante la lunga campagna militare diede prova di abilità e coraggio ancora più superiori delle aspettative e, circa 12 anni dopo venne nominato il vice capo supremo delle terre del nord (posto che fino a quel momento non era mai stato assegnato ad un ragazzo cosi giovane); più passavano gli anni e più la sua fama e il suo potere si espandevano facendolo diventare imperatore (soprannominato "freccia lampo") di tutte le terre fino ad ora conosciute.
    Ovviamente non si era dimenticato della famiglia , infatti appena era entrato in gavetta appena ebbe denaro sufficiente fece trasferire sua madre e i suoi fratelli in città , e successivamente nel proprio castello (rigorosamente fatto a forma di arco)
  • lori78lori78 Post: 12 Arc Utente
    modificato febbraio 2014
    Lina Inverse

    Lina è un elfo dei boschi nata da un'antica casata nobile dei tempi aurei della mitica città elfica di Myth Drannor.
    Figlia maggiore di tre sorelle, fin dalla tenerà età mostrò particolare interesse e talento per le arti magiche, così il padre, un mago molto potente, le insegnò ad incanalare i suoi poteri.
    La storia passata della sua stirpe fu per lei motivo di diletto per lunghi anni, ma la sua curiosità era insaziabile, così decise di inoltrarsi tra le rovine di Myth Drannor per scoprire qualcosa di più di ciò che aveva letto nei testi tramandati dai saggi dei tempi antichi.
    In tutte le storie che aveva letto si parlava sempre degli splendidi artefatti che la sua gente era in grado di creare e lei desiderava con tutta se stessa ritrovare almeno uno di quei tesori per ridare splendore alla sua casata e ispirazione ai suoi consanguinei.
    Fu così che una mattina, al levar del sole, lasciò la sua abitazione in silenzio e si inoltrò nei boschi che circondano la città abbandonata.
    Fin dal suo ingresso nelle profondità del bosco provò la forte sensazione che un'antica magia albergasse in quei luoghi, una magia che sentiva affine a se, qualcosa che sapeva essere simile a lei nel profondo. Si lasciò guidare dal suo istinto e dal potere che sentiva ribollire nel sangue, era come se qualcosa la stesse chiamando.
    Più si addentrava nel bosco e più chiaro si faceva il richiamo, sembrava quasi un lamento, un dolore opprimente le insediò il petto, quel luogo aveva visto atroci sofferenze e ancora ne pativa le conseguenze.
    Improvvisamente una fiera sbucò da un gruppo di alberi e le si avventò addosso.
    Velocemente Lina schivò l'assalto, ma la sorpresa fu tale che non poté fare altro se non sollevare la bestia con un incantesimo e osservarlo con attenzione: pareva corrotto da qualcosa, ma non fu in grado di stabilirne la causa.
    Prima ancora che potesse decidere cosa fare dell'animale, se dargli il colpo di grazia o addormentarlo per studiarlo, una serie di movimenti veloci la precedette, uccidendo la fiera con colpi di pugnali.
    Sua sorella l'aveva seguita e ora aveva deciso di intervenire.
    Lina la guardò con severità, non avrebbe dovuto disobbedire anche lei al divieto di addentrarsi presso le rovine di Myth Drannor, ma poi sorrise, contenta del fatto di non essere sola in quell'impresa, sopratutto perché sua sorella Nyra era un'ottima ranger e anche lei aveva sempre condiviso la stessa curiosità verso il loro passato.
    Non fece in tempo a ringraziarla che subito dopo, da dietro alcuni alberi, venne allo scoperto anche l'altra sua sorella, Sile, una potente guerriera.
    Lina sapeva che Sile le aveva seguite perché era colei che più si preoccupava del benessere degli altri, tra tutte era sempre stata la più obbediente e mai avrebbe trasgredito ad un divieto se non per aiutare qualcuno, questo la rendeva la persona più affidabile del mondo.
    Si sentì un po' in colpa per aver costretto le sue sorelle a fare qualcosa di così pericoloso e proibito, ma non riusciva a non essere contenta per la loro presenza in quella ricerca.
    Decisero di proseguire e durante il tragitto Lina sentiva sempre più forte il potere di quei luoghi, gli antichi abitanti della città, prima di fuggire, dovevano aver lanciato potenti incantesimi di protezione, per evitare che qualcuno potesse saccheggiare e profanare la loro dimora.
    Dopo un lungo vagare si rese conto che gli incantesimi confondevano i visitatori per impedir loro di raggiungere il centro del bosco, così si concentrò e lanciò un contro-incantesimo per aprire la via.
    Una volta superata la barriera sentì che il lamento era ancora più forte, era quasi straziante, non poteva più ignorarlo, doveva assolutamente capire da chi provenisse e liberare l'anima che gridava nel silenzio di quel luogo.
    Senza più badare a nulla, né a pericoli né a tesori, si lasciò guidare dal richiamo e finalmente arrivarono presso un piccolo tempio in rovina, circondato da molte bestie corrotte.
    Nyra disse che gli animali venivano corrotti dal dolore della terra e che non c'era altro modo di liberarli se non placando quel dolore.
    Le tre sorelle furono attaccate dalle fiere, ma si difesero e a malincuore dovettero abbatterle.
    Entrarono nel piccolo tempio e videro una luce rossa che vibrava sinistra nel centro della camera principale.
    Lina si avvicinò e vide un filatterio, dentro c'era intrappolata l'anima di qualcuno, quando lo sfiorò sentì la voce nella sua mente che le chiedeva la libertà.
    Non era sicura che quell'anima fosse la stessa che si lamentava e che l'aveva guidata fino a lì, ma mossa a pietà accettò di liberarla.
    La voce nella sua mente le spiegò cosa doveva fare e Lina promise che avrebbe fatto il possibile.
    Riportò alle sorelle la conversazione avuta con l'anima intrappolata nel filatterio e, anche se poco convinte, decisero di aiutarla nell'impresa.
    Lasciarono il tempio per dirigersi verso il centro delle rovine, dove avrebbero dovuto trovare un tempio più grande, nei sotterranei era nascosto un oggetto magico in grado di spezzare l'incantesimo che bloccava l'anima nel filatterio.
    Il tragitto fino al tempio non fu semplice, molte bestie attaccarono le tre elfe, ma loro riuscirono a difendersi e ad arrivare alla meta.
    Una volta dentro cercarono l'ingresso per i sotterranei e vi si inoltrarono.
    Da subito si resero conto che erano infestati da non morti, evocati chissà quanto tempo prima, da qualcuno che aveva profanato quel luogo e l'anima dei defunti.
    Dovettero combattere con tutte le loro forze, piangendo nel vedere le ombre di coloro che un tempo erano stati abitanti di quel luogo.
    Il sotterraneo era pieno di trappole, ma riuscirono ad evitarle tutte.
    Finalmente arrivarono presso una camera in cui Lina sentì un potere nascosto, ciò che cercavano poteva essere lì.
    Controllarono l'intera stanza, ma non riuscirono a trovare nulla.
    Lina lanciò un incantesimo per permetterle di vedere anche le cose invisibili e scoprì che c'era una porta segreta, così la indicò alle sorelle e la aprirono.
    Una volta aperta si resero conto che era una trappola, un demone comparve alle loro spalle, domandando chi fosse lo sciocco che aveva tentato di rubare il suo tesoro.
    Le tre si prepararono a combattere.
    La battaglia fu cruenta, i colpi del demone erano veloci e potenti, ma le elfe erano abituate a combattere insieme, la loro sincronia era perfetta e i loro colpi andavano sempre a segno: Lina indeboliva le difese del demone e lo immobilizzava, mentre le sorelle lo colpivano coi loro colpi più forti. Infine, anche se ferite, riuscirono a sconfiggerlo e il demone lasciò cadere un oggetto che emanava un potere magico enorme, le tre compresero che doveva essere ciò che stavano cercando.
    Lasciarono i sotterranei del tempio, ma fuori trovarono una schiera di anime ad attenderle e tutte desideravano ardentemente l'artefatto appena rinvenuto dalle tre.
    Si trovarono circondate e dovettero difendersi, ogni anima gridava con strazio il suo dolore, erano rimaste intrappolate lì così a lungo che non ricordavano altro che il rancore e l'odio.
    Le tre elfe corsero fino al piccolo tempio; quando giunsero in prossimità del filatterio, le anime che le avevano seguite parvero diventare ancora più aggressive, come se il loro odio venisse alimentato da qualcosa.
    Lina si rese conto che era proprio il filatterio a corrompere ciò che lo circondava, ma non sapeva se fosse un modo per tenere intrappolata l'anima al suo interno, o se fosse proprio l'anima lì dentro a provare così tanto odio e dolore da corrompere tutto.
    Non ebbe il tempo di rifletterci a lungo, perché si trovarono circondate da troppe anime in pena e altre bestie corrotte che erano giunte lì.
    I nemici erano troppi, così Lina lanciò una singolarità per sbarazzarsene, alcuni morirono e gli altri li colpì con incantesimi che li atterrarono, aiutata dalle sorelle.
    Le tre combattevano con tutte le loro forze, ma i nemici cominciavano ad essere troppi, aumentavano anziché diminuire, Lina fu spinta da una delle bestie e andò a sbattere sul piedistallo su cui era posato il filatterio. Questo cadde e si ruppe, l'anima al suo interno supplicò Lina di usare l'artefatto per salvarlo, se non lo avesse liberato da quella forma avrebbe vagato per sempre senza avere pace.
    Senza pensare alle conseguenze, Lina sollevò l'artefatto che si illuminò e l'anima prese forma, mostrando colui che era rimasto intrappolato per lungo tempo: un lich.
    Solo in quel momento Lina comprese l'errore che aveva commesso, avrebbe dovuto distruggere il filatterio, non liberare chi c'era al suo interno.
    Il lich proruppe in una malvagia risata di soddisfazione.
    La situazione precipitò improvvisamente, le tre si trovarono circondate da non morti evocati dal lich, le anime che le avevano seguite si erano temporaneamente allontanate per timore di essere spazzate via, le fiere invece obbedivano al potere di quell'essere.
    Il lich rise dell'ingenuità della maga e le disse che avrebbe ricordato quel giorno per sempre.
    Prima che potesse rispondere, vide che le sorelle erano state colpite e imprigionate, tutte e due erano circondate da un'aura oscura che le teneva sospese in aria e prosciugava la loro vita.
    Il lich le disse che non l'avrebbe uccisa perché le doveva la sua libertà e che per premio le avrebbe permesso di salvare almeno una delle due a sua scelta.
    Lina si sentì morire, non poteva scegliere quel delle due salvare, le amava entrambe.
    Il lich le disse che aveva poco tempo per decidere, se non si fosse sbrigata tutte e due sarebbero morte.
    Lina cadde in ginocchio in lacrime, poi la risolutezza nel suo volto fece comprendere che aveva preso la sua decisione.
    Il lich rise ancora di più. Ma quando udì la scelta di Lina rimase interdetto.
    L'elfa aveva chiesto di salvare Nyra come premio e di tenere in vita Sile al posto suo per la gratitudine.
    Il lich non credette alle sue orecchie, la maga aveva scelto di sacrificare se stessa per salvare le sue sorelle. Rise di quella scelta, insultandola e considerandola una sciocca.
    Decise di accontentarla, liberò le due elfe e sollevò Lina, prosciugandole la vita.
    Le sue sorelle tentarono di attaccarlo, ma non avevano abbastanza potere per fermarlo.
    Improvvisamente una luce accecante riempì la camera, le anime che le avevano seguite e che intimorite si erano ritirate, avevano cominciato a splendere luminose, il loro lamento straziante stava diventando un canto di gioia e tutte insieme si lanciarono sul lich, costringendolo a mollare la presa sulla maga e ad allontanarsi da quel bagliore.
    Lina si riprese lentamente, poi domandò alle anime cosa fosse successo e queste le risposero che il suo gesto di amore fraterno aveva ricordato loro cos'erano i sentimenti positivi, sentimenti che da secoli non avevano più conosciuto e così finalmente il loro strazio era scomparso: col suo gesto le aveva liberate dall'agonia che le teneva legate alla terra e ora potevano finalmente riposare in pace.
    Le anime trapassarono e le tre elfe lasciarono il tempio.
    Quando furono fuori si accorsero che la zona circostante non era più corrotta, ora quella terra era libera, ma il lich avrebbe potuto fare molti danni ora che era libero.
    Lina si sentì in colpa per averlo liberato e decise che la sua missione sarebbe stata quella di sterminare tutti gli esseri come quello.
    Quando tornarono a casa e mostrarono ai genitori l'oggetto magico rinvenuto, furono rimproverate e poi ringraziate per aver recuperato un pezzo della loro storia.
    Poco tempo dopo Lina venne a conoscenza della presenza di una lich che aveva attaccato la città di Neverwinter, così decise di lasciare la sua dimora e recarsi nella città umana per dare il suo contributo nella battaglia contro Valindra.
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